Privilegi di classe - 1
Data: 27/09/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... presero per i campi, inoltrandosi nelle terre di don Elpidio, che ad un certo punto si voltò col busto.
“Allora, Tumminie’, come va?”, gli fece.
“Bene, Vossignoria.”, rispose lui.
“Ti è passata la paura di cadere?”
“Eh… abbastanza…”
“Tranquillo, tieni i piedi nelle staffe e stai diritto. Se ancora non ti ha buttato giù lui, - e indicò il cavallo – significa che gli piaci e allora va tutto bene.”
Tumminiello si fece bianco a quelle parole; al che, don Elpidio scoppiò a ridere:
“Vieni avanti, - gli disse, allora – stammi al fianco, così se serve ti tengo io.”, e rallentò l’andatura, onde permettere all’altro di affiancarlo.
Procedettero un po’ in silenzio; don Elpidio ogni tanto lo guardava di sottecchi e rideva sotto i baffi.
“Vossignoria mi prende in giro.”, mormorò il ragazzo, mortificato, quando se ne accorse.
“Ma no, Tumminie’, cosa dici? Ti ho mai preso in giro, tutti questi anni che sei al mio servizio?”
“No, Vossignoria. Anzi, siete sempre stato buono con me.”
“Lo vedi? È che sono contento di essere in compagnia stamattina… e tu mi stai simpatico, dico la verità.”
Tumminiello avvampò a sentirsi dire quelle parole e non seppe cosa rispondere.
Intanto si erano inoltrati nel bosco, seguendo il sentiero di terra battuta, finché giunsero ad una radura erbosa costeggiata da un torrentello vorticoso. Il sole era ormai alto e la frescura ridente del luogo invitava alla sosta.
Don Elpidio smontò da cavallo, lasciandolo andare alla ...
... pastura.
“Scendi, vieni.”, disse al compagno, mentre si dirigeva verso il torrente.
Si accosciò sulla riva, si lavò le mani nell’acqua limpida e se le passò bagnate sulla faccia. Poi si volse a Tumminiello, che lo aveva raggiunto, e allungò un braccio, afferrandolo al polso e tirandolo ad accosciarsi pure lui.
“Senti che fredda!”, disse don Elpidio, passandogli una mano bagnata sul bel volto, appena ombrato da una barba leggera.
Tumminiello fece un balzo all’indietro, più per il gesto inaspettato, che per la temperatura gelida dell’acqua.
“Non aver paura. – disse don Elpidio, trattenendolo – Non ti faccio niente. Sto solo giocando… non ti piace giocare?”
“Sì, Vossignoria, mi piace… ma voi… voi siete il padrone…”
Don Elpidio lo fissò negli occhi.
“E se sono il padrone, - disse, sorridendo, con una voce che Tumminiello non gli conosceva – allora ti ordino di metterti tranquillo. Non siamo a palazzo, siamo solo io e te e voglio che siamo amici. D’accordo?”
Il ragazzo fece segno di sì con la testa, pur senza avere la minima idea di cosa intendesse. Ma il padrone era lui e questo gli bastava.
Don Elpidio raggiunse un tratto, dove l’erba era più folta, e si distese al sole, con le braccia dietro la nuca e le gambe leggermente divaricate. Si sentiva euforico e fissava sorridendo il cielo d’un azzurro profondo.
Tumminiello era in piedi poco distante, in preda all’imbarazzo, non sapendo cosa fare.
“Tumminiello? – lo chiamò, allora don Elpidio – Vieni, ...