Privilegi di classe - 1
Data: 27/09/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... piacevolezza del leggero massaggio e fremeva pure lui dalla soddisfazione. O prendeva la spugna inzuppata di acqua calda e gliela passava addosso, rimuovendo la schiuma…
E quando don Elpidio, emergendo dall’acqua saponosa, gli diceva: “Tumminie’, passami il lenzuolo.”, lui prendeva il grande telo di spugna e glielo avvolgeva addosso, quasi abbracciandolo.
Di questo erano invidiosi nelle cucine e nelle stalle, della confidenza che c’era tra loro due, della benevolenza che don Elpidio gli accordava. E che lui cercava di ricambiare come poteva. E fu così che una mattina:
“Che bell’uomo che siete, Vossignoria.”, gli scappò detto, mentre gli tamponava con il morbido telo di spugna la schiena muscolosa e le natiche forti, seguendone l’intera rotondità.
Don Elpidio scoppiò a ridere:
“E se lo dici tu, dev’essere senz’altro vero.”, disse, girandosi verso di lui.
Solo che… davanti non era coperto, per cui, girandosi, Tumminiello vide esposta ai suoi occhi la parte virile. Il che sarebbe stato niente: lo aveva visto tante di quelle volte! Solo che stavolta, fosse il complimento che aveva ricevuto, fosse la piacevolezza delle manovre asciugatrici del giovane servo, fatto sta che l’appendice, di solito inerte, pendeva adesso più carnosa e consistente.
Tumminiello si sentì un nodo alla bocca dello stomaco e per un attimo gli mancò il respiro, senza che sapesse neanche lui perché, ma don Elpidio sembrò non farci caso: con un lembo del lenzuolo si asciugò indolentemente ...
... in mezzo alle gambe, tamponandosi con cura le grosse palle pelose, poi:
“Tumminie’, - disse placidamente – passami la biancheria pulita.”
Con le mani tremanti, il servo gli passò i mutandoni di lino, rinforzato al cavallo, e poi la camicia, che don Elpidio indossò, allacciandola sul petto nudo.
“Sai andare a cavallo, Tumminie’?”, gli chiese, mentre indossava gli abiti per la cavalcata mattutina.
“Un poco, Vossignoria.”
“Allora vai giù e di’ a Ernesto di sellare un cavallo anche per te. Oggi mi accompagni, va bene?”
“Io?”
“Sì, tu. Vuoi farmi lo sgarbo di rifiutare, forse?”
“Dio non voglia, Vossignoria! È che…”
“È che?...”
“Non sono bravo come Vossignoria… vi faccio perdere tempo…”
“E che dobbiamo fare, Tumminie’? Abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Su, va.”
E Tumminiello andò con le gambe che gli tremavano sia per l’emozione, sia nell’anticipazione dell’imbarazzo che avrebbe provato di lì a poco con la sua evidente inesperienza.
Attraversarono al passo il paese, don Elpidio davanti con tutti che si scappellavano al suo passaggio, e lui rispondeva benignamente con un sorriso e un cenno della testa, mentre le donne si facevano alle finestre e allora era lui a scappellarsi, salutandole con grazia e cortesia. Tumminiello gli cavalcava dietro, tenendosi stretto al pomo della sella, terrorizzato dalla prospettiva di scivolare a terra. Ma già all’uscire dal paese, si sentiva più sciolto e sicuro.
Seguirono per un pezzo la strada maestra, poi ...