1. 1 Mi fotto la matrigna


    Data: 04/09/2020, Categorie: Incesti Autore: John Gallo, Fonte: EroticiRacconti

    ... se non mi disse mai nulla era evidente che la cosa l’aveva lasciato di stucco.
    
    Non rividi mai più Nadia.
    
    Non so quanti soldi le passò papà ma la donna sparì quel giorno stesso e anche anni dopo non riuscii più a ritrovare le sue tracce. Potere dei soldi.
    
    La punizione per essermi sbattuto e ingravidato la badante fu restare da solo. Ormai ero quasi maggiorenne, potevo cavarmela da solo e sarebbe bastata una donna ad ore due volte la settimana.
    
    Probabilmente per essere certo che non ricadessi in tentazione papà mi mandò una Filippina alta un metro e un tappo, senza seno e pure un po mascolina di faccia. Assolutamente inchiavabile!
    
    Così mal volentieri tornai alle pippe quasi ogni sera anche se, per fortuna riuscii a sedurre Gianna la tettona del bar sotto casa. Una quarantenne separata, non bellissima e molto volgare con una sesta che le penzolava dietro al bancone ad ogni caffè.
    
    Non era uno splendore e l’aveva già data a mezzo paese ma non mi importava. Per svuotare la canna ogni tanto andava benissimo.
    
    Ci furono anche un paio di avventure con una vedova di 60 e con una pensionata che amava i ragazzini e che per darmela mi obbligò a depilarmi ogni pelo del corpo ma ve le risparmio.
    
    Fatto sta che, a parte qualche serata al cinema o per un drink con le mie coetanee non riuscivo ad accendere scintille. Era come se fossi timido all’inverosimile con loro mentre eruttavo come un vulcano con le mature.
    
    E poi, tanto per complicarmi la vita arrivò ...
    ... Maria….
    
    Papà ce la presentò come ‘mia amica’ ma era evidentissimo che quei due scopavano. Lo si intuiva dagli sguardi, dalle movenze, dagli ammiccamenti. Bella non era di certo e nemmeno simpatica. Sembrava la classica quarantenne un po’ ignorante troppo presa a nascondere i segni del tempo sotto a chili di prodotti estetici e a enfatizzare il suo corpo con gonne troppo corte e tacchi troppo alti.
    
    Vedova come papà aveva troppo lo stile da donna ‘sapiente’ che sapeva già tutto anche se poi nella realtà dubito avesse finito le scuole medie. Quando parlava gli strafalcioni erano all’ordine del giorno.
    
    Di positivo, lo ammetto, aveva due belle bocce. Minimo un’ottava che stava strizzata malamente sotto alla camicetta e che non mancai di ammirare a lungo.
    
    Non credo di averla presa in antipatia per partito preso. Non avevo questioni irrisolte tipo il rifiuto di sostituire mamma o cose simili, ero più che concorde che un uomo di quarantadue anni ancora belloccio e attivo avesse voglia di una compagnia femminile stabile tanto meglio se bella tettona.
    
    Eppure quando papà mi disse che nel giro di qualche giorno Maria sarebbe venuta ad abitare da noi e che in seguito si sarebbero probabilmente sposati mi venne voglia di fare karakiri col coltello del burro.
    
    Io però in famiglia contavo poco o nulla, in fondo era il lauto stipendio di papà a mantenere tutti quanti e quindi si stava ai suoi ordini.
    
    Così eccoci tre giorni dopo il mio diciottesimo compleanno. Un compleanno misero ...
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