Lezioni di mountain bike
Data: 02/09/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: aramis2, Fonte: Annunci69
... gambe, giù nella cavità dove incontravano l’inguine, e poi su alla base dura del suo uccello.
Sussultò e sbuffò, strofinando il viso contro le lenzuola, ma non fece nulla per fermarmi, anzi allargò un po’ le gambe e sollevò il sedere.
Ora le palle nel loro sacco di seta erano contratte, era molto, molto eccitato.
Tornai per un attimo alle gambe, con l’intenzione di allargarle di più e lavorarci ancora di più, ma poi non riuscii a trattenermi e tornai subito al suo posteriore, avendo finalmente la possibilità di impastare la sua perfezione arrotondata.
Lui emise un piccolo rumore piagnucoloso quando lo feci, poi gemette e rabbrividì quando passai il polpastrello del pollice sulle sue rughe.
Lo feci di nuovo solo per vedere che tipo di reazione avesse e rimasi scioccato e deliziato nel sentirlo spingere indietro contro il dito.
Riportai il pollice sul suo l’ingresso, lo lasciai lì, Tommaso sollevò i fianchi dal letto e spinse indietro con forza, finché il mio pollice non scivolò dentro, oltre la prima nocca, facilitato dall’olio da massaggio e dal suo essere rilassato.
Ci bloccammo, incerti sul da farsi. Avrei detto che non era la prima volta che aveva qualcosa nel sedere, ma era così giovane che sembrava improbabile.
Quando piegai il pollice e gli colpii la prostata, emise un enorme sospiro, che si trasformò in un gemito. Spinse e poi si allontanò, scopandosi sul mio pollice.
Esperto o no, sapeva come divertirsi.
Rimanemmo così per un po’, io ...
... tenendo il pollice in posizione e di tanto in tanto flettendolo, lui muovendosi su e giù.
Le sue mani si abbassarono sotto il suo corpo e sapevo che si stava masturbando mentre io tenevo il pollice nel culo.
Il suo respiro si fece affannoso e ci fu qualche contrazione del suo sfintere, sapevo che si stava avvicinando al limite.
Probabilmente avrebbe potuto venire e poi proseguire, ma volevo che la sua prima volta con me fosse una cosa diversa. Tirai fuori il pollice con uno schiocco e gli diedi un colpetto sul sedere.
“È ora di voltarsi.”
Dissi,e lui obbedì immediatamente, anche se con le mani si coprì l’inguine.
Mi sorrise, dando piccole occhiate scherzose all’unica cosa che non avevo ancora visto: la sua erezione.
“Mostramelo!”
Ordinai e lui, con un ultimo sorriso impertinente, alzò le mani sopra la testa.
Era il cazzo più perfetto che avessi mai visto. Abbastanza lungo, il prepuzio copriva la punta, il bagliore della testa visibile attraverso il suo cappuccio come una dolce alba. Stava ritto orgogliosamente, sussultava al il suo battito cardiaco e vene azzurre si ramificavano di qua e di là sotto l’alabastro traslucido della pelle. Era perfettamente dritto e duro come un chiodo.
“Bello.”
Commentai con evidente emozione nella voce.
Ridacchiò e si coprì il viso con le mani, gemette e scosse la testa come per dire ‘cosa ho fatto?’
Però non gli diedi la possibilità di ripensarci. Ora sapevo qualcosa che non avevo mai realizzato prima, volevo ...