Lezioni di mountain bike
Data: 02/09/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: aramis2, Fonte: Annunci69
Tommaso era probabilmente il ragazzo più impaziente a cui io abbia mai insegnato ad andare in mountain bike. Altri ragazzi andavano e venivano, a seconda del tempo e di quanto si sentivano motivati quella settimana, ma Tommaso era una presenza costante per le biciclettate della domenica mattina.
Li portavo nel bosco, insegnavo loro tutto quello che sapevo sulla mountain bike e l’unico pagamento che avessi mai richiesto era il loro entusiasmo.
Vivevo per quei giorni, all’inizio perché ero ansioso di comunicare tutto quello che sapevo e poi perché, con mia grande sorpresa, mi ero innamorato perdutamente di Tommaso.
Era con me da più di un anno prima che mi rendessi conto di quello che sentivo per lui.
Si era unito a noi a 12 anni con la sua luccicante nuova bici. Iniziò abbastanza tranquillamente, lottando un po’ con una bici un po’ troppo grande per lui e con le gambe non ancora abbastanza forti o lunghe. Ma aveva fegato ed entusiasmo e questo conta molto di più della maggior parte delle altre caratteristiche.
Onestamente devo dire che pensai che sarebbe durato tre o quattro settimane prima di arrendersi, ma invece continuò a venire, continuò ad applicarsi. Dopo un paio di mesi non era più l’ultimo della fila e dopo altri due mesi non era nemmeno verso la fine del gruppo. A volte, sulle salite più lunghe, mi guardavo indietro e lo vedevo in piedi sui pedali, digrignando i denti, i tendini delle gambe da puledro che sforzavano pronti a scattare, ad inseguirmi, a ...
... darmi la caccia, determinato a dimostrare a me e a tutti gli altri, che poteva farlo, che era abbastanza forte.
Poi gli anni passarono e ricordo la prima volta che mi sorpassò in salita, come fosse accaduto cinque minuti fa. L’immagine è impressa nella mia mente. Non stavo andando a tutta birra, stavo un po’ indietro, lasciando che alcuni dei ragazzi più grandi conquistassero la collina e controllando che alcuni dei meno abili non stessero troppo indietro.
Tommaso era stato verso il fondo della fila per la maggior parte del viaggio, il che era insolito per lui. Però, non appena attaccammo la parte più dura della collina, improvvisamente fece uno scatto e mi sorpassò, le giovani gambe pompavano con forza, il respiro era a scatti, aveva l’acciaio negli occhi.
All’inizio non mi riconobbe nemmeno, voleva solo avanzare, troppo concentrato per prender tempo di guardarmi, oppure ignorandomi deliberatamente perché cercava di farlo sembrare un giorno qualsiasi, non quello del suo trionfo.
Lo guardai allontanarsi, guardando i muscoli dei polpacci e delle cosce contrarsi, alzando gli occhi l’alto. Senza pensarci stavo guardando il suo culo stretto e sotto di esso, rannicchiato nella stoffa satinata dei pantaloncini lycra, la sacca di pene e scroto.
Rimasi colpito da quell’immagine. Il cuore mi balzò in gola, pedalavo senza dar retta al bruciore che stava crescendo nelle mie gambe. Tutto quello importava che in quel momento era che stavo lì, ad un paio di metri di distanza ...