1. 007 padre goran. l'oracolo delle rondini


    Data: 01/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... motore che si accese finalmente con somma gioia di entrambi.
    
    Prendemmo il largo. Dalle fronde arboree io mi lasciai bagnare dalla luce del sole che timido luccicava tra le sommità dei gelsi, poi sbucò ad inondare l’iridescenza azzurrina dei petali di agapanto nascosti tra le rocce, per poi risplendere solenne nell’azzurro pulito sopra le vette e dorando le acque increspate in milioni di perle di luce.
    
    Io restavo seduto di schiena alla prua con le mani ben ferme ai bordi della chiglia, e stavo a fissare quell’uomo dalle gambe così sicure mentre se ne stava a maneggiare il motore. Lui indirizzava lo scafo verso le acque aperte del lago, e tutto divenne irreale, distante.
    
    Ero abbagliato dal sole ed io non vedevo che lui, quell’uomo accosciato sull’asse che mi sorrideva benevolo e mi suscitava in quel sorriso una gioia celeste. Pura.
    
    Mi strinsi tra le spalle.
    
    - Cosa c’è CUM, hai freddo?
    
    - No, no, scusa.. è che..
    
    - E’ che?
    
    - E’ che….
    
    - CUM, va tutto bene?
    
    - E’ che sto bene. Sono felice.
    
    Dai miei occhi guizzarono due lacrime, ed egli allora spense il motore, si sollevò, mi venne in contro e venne ad abbracciarmi sorridendo con gioia. Dondolammo nella quiete delle solitudini lacustri. Il mio pianto attutito dalle sue vesti così incerte e pur sensuali commosse forse l’uomo che mi riparava dal mondo, ed il suo petto sprigionava un calore che non aveva nulla di umano, era sovrannaturale come… come una sovrabbondanza di vita trasfusa.
    
    Sentii il ...
    ... dovere di farmi custode di quella vita e in quell’abbraccio io seppi leggere col senno del poi il suo dono più grande. La vita.
    
    Era come se in quell’abbraccio sulla superficie degli abissi io riconoscessi la purezza d’un tempo e nello stesso tempo, l’amore per ogni cosa animata e inanimata di quel creato di cui lui, Padre Gornan, ne era parte.
    
    Ero dolcemente dipendente da lui. Mi sentivo invincibile e pur così vulnerabile. Ogni cosa per me poteva dirsi degna del mondo per il suo stesso esistere. Il mio amore era per me inspiegabile, trascendeva da ogni cognizione umana, eppur poteva dirsi naturale. In me si stendeva la limpida equazione celeste delle matematiche di Dio.
    
    - CUM, amore mio, stenditi, più giù, ancora più giù, bravo così.
    
    Non dissi nulla, mi adagiai sul fondo della chiglia e mi lasciai baciare. Vidi la sua massa scura in controluce che mi sovrastava, intenta a levarsi via la felpa per esibirmi spalle poderose e braccia forti spogliarmi del tutto.
    
    Come femmina io aprii le mie gambe e lasciai che Goran si bagnasse i polpastrelli per poi cospargere le sue sostanze nell’anulare recondito delle mie carni. Poi mi baciò a lungo e le dita massaggiarono la porta ed io pulsai nei fremiti dell’attesa. Egli calò il costume, io chiusi gli occhi porgendogli il ventre e con dolcezza forzò gli sfinteri.
    
    - Ti faccio male CUM
    
    - Un po’
    
    - Non sei guarito ancora
    
    - Ti prego, continua
    
    - Fermami se proverai dolore
    
    Aborrivo dal dolore per natura e per piacere. ...
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