1. Io e luca: una storia di sottomissione - ii° episodio. i primi passi.


    Data: 31/08/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Fedex2019, Fonte: Annunci69

    ... quanto mi piaceva….mi sembrava diventasse sempre più bello ogni giorno sempre di più.... Indossava un paio di jeans, camperos e un dolce vita di lana grossa che faceva intuire i pettorali e i bicipiti sempre più scolpiti.
    
    Durante la festa sembrava avesse attenzione solo per gli altri, inoltre era evidente che stesse corteggiando una ragazza molto carina.
    
    Mi sentivo morire, davvero volevo piangere e avevo deciso di tornare a casa. Il mondo mi stava crollando addosso erano tre mesi che attendevo quel momento e speravo fosse l’occasione per scambiarci i numeri di telefono e vederci anche a Roma ma la sua indifferenza nei miei confronti mi sembravano un segno inequivocabile che lui non avesse più bisogno delle mie prestazioni sessuali perché ormai aveva deciso di vivere una eterosessualità piena.
    
    Tancredio abitava con i genitori in una grande villa all'Olgiata; prima di tornare a casa, con le lacrime agli occhi, cercai un bagno e ne trovai uno dalla parte opposta di dove si stava svolgendo la festa. Entrando non riuscii a trattenere il pianto e solo dopo essermi calmato e sciacquato il viso, uscii per indirizzarmi verso la mia vespa.
    
    Fuori dal bagno c’era Luca che appena mi vide mi spinse con violenza dentro il bagno chiudendo la porta. Non sapevo se essere spaventato o eccitato…
    
    “che cazzo fai….sei impazzito??”
    
    Luca senza fiatare si slacciò i pantaloni e si tirò fuori il cazzo, già duro.
    
    “ma che sei matto? Può entrare qualcuno….vaffanculo pezzo di ...
    ... merda….mica sono una puttana….torna su che ti aspetta Cristina!”
    
    Luca mi guardava come sempre con scherno e sfida, mi afferrò per i capelli e mi strattonò per farmi inginocchiare
    
    “mi fai male stronzo…lasciami!”
    
    “prendilo in bocca senza fare storie…altrimenti davvero può venire qualcuno….muoviti frocione…riempiti la bocca di cazzo!”
    
    Io, come un automa, aprii la bocca me la riempii di cazzo come mi aveva ordinato e lui tirandomi per i capelli segnava il ritmo del mio bocchino….Mi faceva molto male, perché tirava forte i miei capelli, all’epoca piuttosto lunghi ma mi piaceva da impazzire. Mi aveva chiamato frocione per la prima volta e questa fu il nomignolo con cui normalmente si sarebbe rivolto a me nel corso degli anni.
    
    Per me era come se mi avesse rivolto il più lusinghiero dei complimenti.
    
    Dopo pochi minuti, con uno strattone ai capelli ancora più violento staccò la mia bocca dal suo cazzone e, segandosi con la mano, riversò litri di sborra sul mio viso e sui miei capelli. Questa volta colpì entrambi i miei occhi tanto da non permettermi di vedere cosa stava accadendo….sentii solo che si stava pulendo il cazzo sui miei capelli.
    
    Ero imbambolato, in ginocchio ai suoi piedi, sporco di sborra, con il mio cazzo duro come il marmo che mi faceva male dentro le mutande e i pantaloni ancora abbottonati.
    
    “Muoviti, pulisciti in fretta altrimenti ci beccano….”
    
    Detto questo, lo sentii aprire la porta e richiudersela alle sue spalle.
    
    Mi ritrovai da solo, non capivo ...
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