1. Sei amiche in videochat – 2


    Data: 23/08/2020, Categorie: Racconti Erotici, Etero Autoerotismo Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... dita di Simone conclusero la simulazione di una generosa minchia nella mia fica per arcuarsi e iniziare a spingere verso l’esterno. Il flusso di liquido che scivolava fuori di me sembrava aumentare ancora, e così l’odore di gelsomino, rendendo quasi impossibile per me respirare senza che avessi la sensazione di avere il naso infilato nella mia stessa passera. “Quando credetti che non sarebbe potuto andare meglio, Simone pose fine al mio meraviglioso tormento smettendo di leccarmi il clitoride ma succhiandolo con vigore. Credo di aver perso conoscenza quando il braccio mi cedette e caddi a terra, se non che ricordo che ebbi l’impressione che la fica deflagrasse in un boato di puro piacere, un ardente orgasmo consumò il mio inguine come fiamme nel mio utero, qualcosa di simile ad un potente flusso di urina mi sfuggì con la pressione di un idrante. “Simone mi prese al volo prima che arrivassi davvero sul pavimento, e mi pose sul brutto divano nei pressi, ma non potrei giurarlo: ero stordita dal piacere come se stessi morendo dissanguata, il mio corpo che si muoveva senza il mio controllo. “Mi riebbi dopo diversi, lunghi secondi, trovandolo accanto a me, che mi sorrideva. ‘Stai bene?’, mi domandò, ma credo mi stesse prendendo in giro: era impossibile stare meglio. Sembrava che la mia vita non avesse più problemi, ogni cosa appariva illuminata dalla luce che filtra dai cancelli del Paradiso e lui era l’uomo più affascinante e dolce al mondo. Risposi con un sospiro che significava ...
    ... tutto ciò che provavo nella mia anima. “Guardai oltre Simone e, sul pavimento, vidi uno spruzzo di liquido trasparente, l’equivalente di un paio di bicchieri di acqua. ‘Sono… sono stata io?’ chiesi, ancora priva di fiato. “Lui annuì. ‘Sei stata bravissima. Non è la tua prima volta, vero?’ “Chiusi gli occhi. ‘Non ho mai nemmeno avuto un vero orgasmo, mi rendo conto adesso…’. Restai qualche momento in quella posizione, riposando, lasciando che il cuore riprendesse il suo ritmo naturale, poi riaprii le palpebre e lo guardai, sorridendo. ‘Mi avevi confessato che conosci il San Martino di Carducci…’ “Simone non rispose ma comprese benissimo: la felicità illuminò il suo volto mentre sbottonava i suoi pantaloni e le mutande, quando li abbassò, non poterono nascondere il suo desiderio. “Mi scoprii a leccarmi le labbra mentre mi mettevo a sedere sul divano, ponendomi davanti a lui. Presi il suo intimo e lo calai: il suo cazzo si abbassò sotto la pressione dell’elastico delle mutande ma, una volta libero, subito scattò versò l’altro, ergendosi fiero nella sua mascolinità e pronto a svolgere il suo operato. Era lungo almeno venti centimetri, leggermente curvato verso l’alto, e maestosamente grosso: se le due dita mi avevano dato tutto quel piacere, non provai nemmeno ad immaginare cosa avrebbe potuto donarmi quella minchia. Dal meato emerse una goccia trasparente, che luccicando parve mi facesse un occhiolino di intesa e complicità. “Avvicinai il viso alla cappella, rossa, liscia come ...
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