Sei amiche in videochat – 2
Data: 23/08/2020,
Categorie:
Racconti Erotici,
Etero
Autoerotismo
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... lentamente. Una sensazione di calore e umidità comparve in fondo alla mia vagina e, lentamente, si mosse verso l’alto. “Qualcosa dentro di me sembrò sciogliersi in una vampa che raggiunse ogni punto del mio corpo, invase la mia mente e abbracciò la mia anima. Ogni fibra in tensione si rilassò e il mio cuore cominciò a battere ancora più forte. “Passarono forse dieci o quindici secondi prima che mi rendessi conto che, al posto dei versi immortali, dalla mia gola provenivano solo gemiti di piacere e una mia mano aveva afferrato per i capelli Simone. Con uno sforzo ripresi a fare l’unica cosa che dovevo fare: ‘…smarrita. Ahi, quanto a dir qual era è… Ah!’” “Simone muoveva la lingua lentamente su e giù, poi a sinistra e a destra, zigzagando nello spazio della mia passera, solleticandomi. Di tanto in tanto si fermava per succhiare le labbra, tenendole con i denti e tirandole un po’, quindi scendeva più in basso e la punta della lingua penetrava per qualche centimetro nel canale dell’utero, colante desiderio come una grondaia quando si abbatte un temporale: allora lui emetteva un gemito di piacere nel gustare il mio liquido più intimo, suggendolo con avidità come se fosse stato la bevanda degli dèi. “La mia mente si stava colmando di confusione come, in un freddo pomeriggio di inverno, il vetro di una finestra si riempie di brina, mentre il mio corpo si scaldava sempre più al semplice tocco della punta di una lingua. Forse solo la mano che mi toccava il sedere mi impediva di ...
... crollare a terra, stordita com’ero dalle emozioni. “Ma quando Virgilio giunse in aiuto del Poeta, fecero la loro comparsa nella scena anche due dita o, più esattamente, fecero la loro scomparsa nel mio utero, scivolandoci per tutta la loro lunghezza, aprendo le pareti e facendo scivolare fuori copiosa la mia ambrosia. Il grido che lanciai, sebbene fosse di sorpresa e di piacere, avrebbe fatto fuggire qualsiasi fiera che si fosse aggirata per la tenebrosa selva. “Mentre mi fotteva con le dita, la lingua di Simone abbandonò il suo vagheggiare per la mia passera, scivolando per l’ultima volta fino alla sommità: le labbra si chiusero attorno al clitoride ormai innalzato dal desiderio che aveva prepotentemente invaso ogni mia fibra. La lingua cominciò a massaggiarlo e a coccolarlo, accarezzandolo sulla punta e poi abbracciandolo sui lati. “Provai a continuare la recitazione del viaggio di Dante, ma ogni mio respiro era un ansimo, ogni parola uno sforzo inutile, qualcosa che echeggiava nella mia mente sommersa dal piacere prossimo a scaricarsi nella mia passera. Un potente capogiro mi costrinse ad appoggiarmi pesantemente al piano del tavolo accanto a me facendo tintinnare i bicchieri appena lavati che vi avevamo appoggiato prima perché asciugassero, accanto ad alcune confezioni di farina scaduta recuperate da un armadietto che avevamo pulito. Il fragore di vetro che si schiantava sul pavimento e il tonfo sordo di qualcosa di morbido risuonarono nella cucina. “’Cazzo…”, sibilai quando le ...