1. Sei amiche in videochat – 2


    Data: 23/08/2020, Categorie: Racconti Erotici, Etero Autoerotismo Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... avrebbe richiesto ettolitri di olio di gomito per rendere il tutto passabile. “Dopo che Michela ci lasciò, provammo a trovare la voglia di continuare a pulire, ma io avevo in mente solo il ragazzo accanto a me. Lo desideravo, ma ogni possibile mossa mi sembrava un azzardo che avrebbe condotto solo ad un disastro e allontanato da me. Fortunatamente, fu lui a fare la prima mossa: dopotutto, era dalla mattina che mi lanciava sguardi che non facevano altro che mozzarmi il fiato e farmi girare la testa. “’Mi dicevi che sapresti recitare tutta la Divina Commedia, giusto?’, ricordò all’improvviso. “Annuii, e non posso negare di aver messo un certo orgoglio nel movimento del mio capo. “’E sapresti recitarla anche in condizioni…’, aggiunse, fermandosi un attimo come a trovare il termine corretto che descrivesse al meglio l’idea che aleggiava nella sua mente, ‘…diciamo: sotto stress.’ “Questa volta sul mio volto si disegnò l’incomprensione, chiedendogli con lo sguardo di spiegarsi meglio. “’Sì, diciamo che mentre tu stai recitando le parole del Sommo Poeta ti succeda qualcosa che possa distrarti…’ “Scossi la testa. ‘Continuo a non capire cosa…’ “Lui mi sorrise divertito. Mi si avvicinò, inginocchiandosi davanti a me. Quando il suo volto fu all’altezza del mio inguine, fissando con piacere i miei pantaloni di jeans, continuò: ‘Mettiamo che, mentre tu stai declamando, qualcuno si accosti al tuo sesso e cominci a venerarlo… riusciresti a continuare?’ “A quelle parole, una nuova ...
    ... ondata di profumo di gelsomino fece la sua comparsa nel locale, avvolgendoci. Sentii sulle labbra della mia vagina la trama del tessuto delle mie mutandine come se le avessi toccate con i polpastrelli. Fu senza fiato che dissi: ‘Proviamoci’, o almeno credetti di aver pronunciato quelle parole perché il mio cuore batteva troppo forte per sentire la mia stessa voce. “Simone appoggiò le sue dita al bottone dei miei jeans che in un attimo fu fuori dall’asola, poi la zip oppose un po’ di resistenza, ma solo quanto bastava per non sembrare guasta. Un attimo dopo, i pantaloni scivolavano lungo le mie gambe, adagiandosi sulle scarpe. Lui mi sorrise mentre infilava i pollici sotto l’elastico delle mutandine nere che avevo comprato dopo averlo conosciuto: le calò lentamente, come se volesse scoprire qualche tesoro inestimabile ma temesse, al pari di Stendhal di fronte alla Basilica di Santa Croce, di essere sopraffatto dalla sua bellezza. “Io deglutii a vuoto, nervosa come nemmeno quando avevo perso la verginità. Chiusi gli occhi, il cuore che continuava a battere come un tamburo; trassi un profondo sospiro e iniziai: ‘Nel mezzo del cammin di nostra vita mi…’ “Sussultai nel momento in cui una mano si posò sul mio gluteo sinistro, ma riuscii a riprendere la declamazione: “…mi ritrovai per una selva oscura, ché la dritta via era…’. Un gemito di sorpresa mi sfuggì quando la punta della lingua si posò tra le labbra bagnate e turgide del mio sesso e, scivolandovi dentro, iniziò a discostarle ...
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