Sei amiche in videochat – 2
Data: 23/08/2020,
Categorie:
Racconti Erotici,
Etero
Autoerotismo
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... incendio nella mia anima, nel mio petto ma soprattutto nelle mie mutandine. Più lo guardavo, più sentivo il bisogno di accarezzare la sua pelle, riempire le narici del suo odore maschio e virile, sentire scivolare parte del suo corpo dentro il mio. Diverse parti del suo corpo simili alle mie o virate al maschile. Percepii il mio utero inumidirsi rapidamente e un paio di gocce di desiderio scivolarne fuori, infradiciando il tessuto del mio intimo. Una nota di profumo simile al fiore di gelsomino si spanse nell’aria, ritrovandomi per la prima volta imbarazzata accanto a Simone. “Lui sembrò comprendere quanto stesse accadendo, e nonostante non avesse detto una sola parola, nei suoi occhi passò un lampo che mi fece arrossire ancora di più. Mai, come in quel momento, mi sentii alla mercè di un uomo, completamente indifesa, e se mi avesse chiesto di sdraiarmi sul pavimento a bocca aperta, vi avesse introdotto il suo pene e mi avesse posseduto la faccia, riversandomi il suo seme nella mia gola senza alcun riguardo, lo avrei lasciato fare. “Un brivido corse lungo la mia colonna vertebrale scaricandosi nella mia figa, tramutandosi in altro desiderio liquido che parve appesantire ancora più l’aria dell’appartamento: mi è impossibile spiegare quanto avrei voluto che mi ordinasse di sdraiarmi sul pavimento per poi chiavarmi la bocca con il suo cazzo e riempirmi lo stomaco con la sua sborra bollente… “Ma, con mia profonda delusione, quel giorno la mia bocca rimase insoddisfatta. Fu un ...
... tormento passare le due ore successive in sua compagnia senza che i nostri corpi si unissero in uno scambio di fluidi corporei. Solo quando uscì, verso le sette di sera, per prendere le pizze che aveva ordinato come cena al ristorante in fondo alla via, potei chiudermi in bagno e soddisfare il mio appetito più impellente e insostenibile con un paio di dita sussurrando il suo nome, poi piansi. “Un paio di giorni si trascinarono con una lentezza snervante, la nostra intimità assediata dalla continua presenza di Michela che sembrava non avesse altri impegni che restare costantemente in mezzo a noi, quasi fisicamente. È una ragazza simpatica, che non si tira affatto indietro se c’è da pulire, ma è come quei bambini che ti si attaccano ad una gamba e non te li stacchi più nemmeno a corromperli con i dolci. “Per nostra fortuna, verso le tre del pomeriggio, si convinse che le strisce nere nella guarnizione del box della doccia dovessero sparire e, non trovando i prodotti di pulizia a sua opinione adatti all’opera di sfratto delle muffe, decise di andare a comprarli. ‘Mi fermo un momento a vedere se trovo anche un paio di tendine decenti per la finestra del bagno, che queste fanno compassione’ aggiunse, prospettando almeno un’ora prima di rientrare. “Noi la salutammo, promettendo di continuare a spazzare lo sgabuzzino. Chi aveva occupato l’appartamento durante l’estate, una famiglia di villeggianti che doveva vivere solitamente in una discarica, l’aveva lasciato in uno stato pietoso e ...