1. La lunga notte – cap. 4


    Data: 17/08/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Lord Byron, Fonte: RaccontiMilu

    ... facilmente l’ostacolo e mentre arrivano al lago della mia fica soffoco un rantolo. Nella mia mente due occhi, due pozze di azzurro mi guardano, mentre le mie gambe tremano e mani sconosciute si appropriano del mio corpo.
    
    Prima un dito si fa largo tra le mie labbra, poi un altro, mentre l’indice scivola pieno di umori vischiosi sul clitoride. Vorrei il cazzo di Dasho in bocca, vorrei sentirlo sulla mia lingua, la cappella premere in fondo alla gola mentre quell’uomo entra ed esce da me con le sue dita. Respiro affannata a bocca aperta, mentre lo sconosciuto accelera il suo movimento, per sentirmi godere come una troia nella sua mano, schiacciata tra la folla. In un barlume di ragionevolezza cerco di resistere, una dolcissima agonia, poi sento arrivare inarrestabile l’orgasmo, alzo la testa, le luci intermittenti sono occhi azzurri, il mio bacino si muove ritmicamente mentre la mia fica pulsa sulle dita che continuano a penetrarmi sempre più in profondità. Mordo le labbra per non urlare il mio piacere, le mie gambe cedono e se non fossi schiacciata in mezzo alla gente sicuramente cadrei per terra. Le mani si sfilano da me, sento che un dito afferra il filo del perizoma che corre lungo il solco del sedere, lo tira e lo sposta di lato, poi percorre l’elastico assicurandosi che la mia fica sia libera e la accarezza dolcemente. Io sono spossata, il fiato corto, le guance rosse, guardo fissa di fronte a me cercando di riprendere il controllo. “Tranquilla, non si è accorto di ...
    ... niente nessuno” è una voce calda, che infonde sicurezza. Non mi volto, sento ancora la mano che coccola la mia fica. “dove scendi?” “In Centrale” rispondo in un soffio abbassando la testa. “Bene” è l’unica risposta, mentre un dito riprende possesso di me. La mia fermata arriva in un attimo, mentre il treno entra in stazione le dita mi abbandonano. Cerco di rassettare la gonna, mentre mi avvicino a fatica alla porta. Sento che mi segue, esco dal vagone e sul binario finalmente un po’ di spazio. Una mano mi prende sottobraccio, non lo guardo, mi lascio guidare. Senza una parola andiamo verso i servizi. Mi fermo davanti alla porta delle signore, ma mi tira per un braccio verso il bagno degli uomini. Non c’è nessuno, apre due porte, alla terza mi fa entrare e chiude la porta alle sue spalle. C’è odore di urina, mi fa sedere sul cesso, poi mi prende per i capelli obbligandomi ad alzare lo sguardo. Ha un volto regolare, castano, due belle labbra sorridenti e gli occhi verdi, chiari. Con l’altra mano si tira giù la zip. Le mie mani sanno cosa devono cercare, il suo cazzo in un attimo è nella mia bocca, la mia lingua cerca di placare l’incendio che il mio corpo ha acceso sul treno. Mi scopa la bocca, andando avanti e indietro con il bacino. Ha un cazzo grosso e abbastanza lungo, le sue mani mi prendono sotto le ascelle, mi forzano ad alzarmi, a girarmi. Appoggio un ginocchio sulla tavoletta, le mani sulla vaschetta dell’acqua. La gonna si solleva da sola e con un solo gesto sposta il ...
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