Una cognata acida
Data: 10/08/2020,
Categorie:
Etero
Autore: edipo46, Fonte: Annunci69
... complicità e malizia:
“Chissà quante ne avrai sentite da mia sorella!... non te l’aspettavi, eh?... sai una cosa?.... ce ne sono altre e, se ti va, guardale, tanto ormai….”.
Mentre lo diceva tornò ad avvicinarsi e i miei occhi si posarono impertinenti sul suo corpo. Tornò a sedersi al mio fianco molto più vicina di prima, tanto vicina che le nostre gambe si toccavano e, poi, si cercavano. Mi fece un piccolo sorriso e con gli occhi mi incoraggiò ad aprire le altre foto. Foto mai troppo esplicite e proprio per questo particolarmente eccitanti. Mi soffermai a lungo sul primo piano di una profonda scollatura.
Dopo un po’ lei mi mise una mano sulla spalla:
“Non sono messa tanto male, vero?”.
L’imbarazzo ormai si era dissolto, la sua mano sulla spalla mi scatenava un brivido di eccitazione. Appoggiai la mano sul suo ginocchio e iniziai ad accarezzarle delicatamente le gambe appena sotto la gonna. Mi muovevo con prudenza perché non avevo ancora capito se il suo era solo un gioco dei sensi o se voleva andare oltre.
Lei non reagiva, guardava la mano che la toccava senza dir nulla. Mi sentii incoraggiato ad osare di più; più le carezze si facevano penetranti, più sorrideva. All’improvviso mi interruppe per dirmi:
“Aspetta, non hai visto ancora una foto particolare…”
Aprì un cassetto del tavolino e me lo mostra:
“Indovina chi è questo?”
Accidenti! Ero io.
“E tu come te la trovi?”, le chiesi stupefatto.
“No, così, per caso … mia sorella ha ...
... dimenticato qui alcune foto di famiglia …. Volevo rendergliele, ma questa mi piaceva …”
Nella foto ero io che uscivo dall’acqua, con gli slip bagnati attaccati alla pelle e con il pacco ben scolpito.
Le sorrisi più maliziosamente e ripresi a toccarle le gambe. La gonna era ormai completamente sollevata, le mutandine piccole e bianche faticavano a nascondere una leggera peluria che fuoriusciva ai lati. Feci scorrere un dito sotto il lembo delle mutandine, lei allargò ulteriormente le gambe e sussurrò con un pizzico di impazienza:
“Dài, toccala ...”.
A quel punto la mano scivolò decisa sotto le mutandine e si tuffò in quel mare caldissimo. Lei si contrasse appena, un breve sospiro, strinse per un attimo le gambe quasi a voler imprigionarmi la mano, poi tornò ad allargarle più di prima, permettendo alle dita di immergersi senza esitazione nello spacco morbido e leggermente umido.
Una delizia dei sensi. Allargai quello spacco con decisione e vi affondai due dita. Una volta, due volte, lo feci più volte, ogni volta sempre più a fondo, sempre più forte. La fica si allargava ritmicamente, si gonfiava e pulsava ad ogni spinta, le dita iniziavano a brillare intensamente. Il suo umore più intimo le aveva rapidamente inondate, la voglia di godere l’aroma di quella fica era irresistibile. Portai le dita alla bocca e iniziai a leccarle. Il suo sguardo restò un po’ sorpreso, mormorò:
“Com’è la degustazione?”.
“Ottimo sapore, molto eccitante”, risposi.
Tornò rilassata, se la ...