1. La lunga notte – cap. 7


    Data: 08/08/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Lord Byron, Fonte: RaccontiMilu

    ... indietro dove mi hai preso” “Beh, vedremo – dice calmo riprendendosi delicatamente le banconote che tenevo ancora in mano – non voglio sapere perché sei qui. Non certo per soldi comunque, Matteo non ha problemi. Ma chissà se sà quello che fa la sua mogliettina alla sera, quando lui è a Roma.” “Sono cazzi nostri, ok?” “eh no! Non solo vostri a questo punto. Comunque vuoi dire che lui è d’accordo? Posso chiamarlo e chiederglielo?” Mi fissa dritto negli occhi. Cerco di sostenere il suo sguardo, pensando a cosa fare. Poi un’illuminazione. Sorrido, beffarda. “E cosa gli dici, sono andato a troie e ho trovato tua moglie? Secondo te ci crede o ti mette le mani addosso?” “Non so – replica con la massima calma, sfilando dalla tasca un secondo cellulare attivato – ma forse alla registrazione di questa conversazione ci potrà credere. Come ci potranno credere i nostri amici.” Guardo il sorriso di trionfo sulle sue labbra. La rabbia mi sale incontenibile. “Sei un bastardo, un figlio di puttana, un essere ripugnante” afferro la maniglia e apro la porta, ma la sua mano mi afferra per un braccio. “Calma, Angela, calma. Non voglio mica rovinarti. Troveremo un accordo, vedrai.” Mi fermo. So di essere nelle sue mani. Richiudo la porta con violenza. “Allora?” gli dico con aria di sfida “Allora se vuoi firmare la pace stai zitta e spogliati.” Resto ferma per un minuto interminabile, mordendo nervosamente le unghie. Poi le mie mani fanno scivolare la gonna lungo le gambe e la camicia si ...
    ... adagia sul sedile posteriore, seguita dal reggiseno. “Brava, ora fammi sentire la tua bocca, preparamelo per bene.” Senza parlare gli slaccio i pantaloni, le mie labbra si accostano alla cappella, la lingua percorre tutta l’asta ricoprendola di saliva, poi lo accolgo in bocca, andando su e giù e stuzzicando ogni volta la punta ottenendone una contrazione e un mugolio compiaciuto. Cinque minuti e la mano mi afferra per i capelli, sollevandomi la testa. Il volto si avvicina al mio. “Mettiti comoda, troia, voglio scoparti.” Arretro il sedile e lo abbasso al massimo, punto un piede sul cruscotto, l’altro alla base del cambio. Lui scavalca il tunnel e si mette in ginocchio sul pavimento dell’auto, poi entra in me. Lo sento dentro come una presenza estranea, delle decine di uomini che in queste settimane hanno goduto il mio corpo per la prima volta mi sento realmente violentata. Lui entra ed esce da me seguendo solo il ritmo del suo piacere, mentre in me sale la nausea. Il mio corpo non reagisce, mi abbandono a quei colpi, vorrei solo essere distante. Fino ad oggi avevo scelto di cedere il mio corpo volontariamente, o comunque ne avevo avuto in qualche modo piacere. Questa volta no, sento i colpi che aumentano in frequenza, in profondità, so perfettamente cosa vuol dire. Spingo il bacino in avanti per favorire il suo movimento mentre guardo il soffitto dell’auto. E poi lo sento, una spinta più forte, la schiena inarcata e lui completamente dentro di me, con la cappella perfettamente ...
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