1. La lunga notte – cap. 7


    Data: 08/08/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Lord Byron, Fonte: RaccontiMilu

    ... di dissimulare, poi non riesco a trattenermi. “Chi si scusa senza essere accusato è sospetto. Stai attenta Loredana, mi preoccuperei per i troppi straordinari in ufficio del tuo maritino. Chissà che il tuo Frà la notte non faccia qualche giretto di troppo.” poi rido, forse un filo sopra le righe, vedo lo sguardo di lui abbassarsi impercettibilmente. Colpevole. Poi l’argomento cambia ancora e la serata continua.
    
    Lunedì mattina. Matteo è partito per l’aeroporto da un paio d’ore, quando pigramente scivolo giù dal letto verso la doccia. Mille pensieri attraversano la mia mente, chiudo gli occhi e l’azzurro di quelli di Dasho scivola su di me come un lenzuolo di seta. Le mie mani percorrono il mio corpo, avide di fremiti, l’acqua che corre sulla mia pelle si mischia al bagnoschiuma denso, profumato. Le mie labbra si schiudono mentre il mio volto è rigato dalle gocce che scendono dal cielo su di me. Tra poche ore sarò da lui, sarò come lui mi vuole.
    
    Undici di sera, cammino lungo il marciapiede, vicino a me Marina, come la prima sera. Dio quanto tempo è passato. Valjet ha preso un passaggio con due ragazzotti di vent’anni. Sono al lavoro da un’ora e mi hanno già caricato due volte. È lunedì e la serata è abbastanza tranquilla. Parliamo. Marina mi racconta del suo paese, della sua famiglia, dei soldi che riesce a mandare a casa. La speranza di una vita migliore per loro, per lei. Nonostante tutto. Lo squillo del mio cellulare ci interrompe, rispondo cercando la luce blu ...
    ... dentro la borsa e Marina si allontana. “Ciao Amore! – la voce di Matteo, mi mette allegria – ti sei sistemato in albergo?” “Si, tutto bene, tu?” “sono uscita a fare quattro passi, sto bene. Come sono andate le riunioni?” “Bene, anche se sono stanco. Tra viaggio e lavoro non mi reggo in piedi. Ora mi infilo a letto.” “Allora fatti una bella dormita, ci sentiamo domani mattina belli riposati, va bene?” “Va bene, non fare tardi anche tu, a domani.” “A domani” mormoro. Riattacco. Il sibilo di un vetro che scende mi riporta alla realtà. “Quanto vuoi?” faccio un passo e mi piego verso il finestrino. Il peso del mio seno apre generosamente la camicia azzurra, leggermente trasparente. “50 con il guanto, 30 di bocca, andiamo?” rispondo con un sorriso. Il suo sguardo vaga dai miei capezzoli al bordo delle autoreggenti che spunta dalla microgonna nera, una fascia elasticizzata alta a malapena un palmo “lavori anche senza guanto?” è un tipo distinto e incolore, potrebbe essere un impiegato di banca, o anche un piccolo professionista. Si, lo vedrei bene come ragioniere. “ti costa di più, con 100 euro facciamo una cosa con calma e puoi venirmi dentro, oppure ti faccio morire con un pompino con l’ingoio che ti ricorderai per un pezzo.” Mi guarda ancora valutando la merce, sento le rotelle che girano. Il ragioniere fa i conti, penso trattenendo una risata. “Va bene, sali”
    
    Scendo dall’auto dopo venti minuti, nuovamente al mio posto masticando un chewin-gum per togliermi il gusto dello sperma ...
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