La lunga notte – cap. 7
Data: 08/08/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Autore: Lord Byron, Fonte: RaccontiMilu
Cap. 7
Tre giorni. Sono tre giorni che ogni pomeriggio arrivo puntuale alle due, suono al portone e salgo le scale che mi portano da lui. Dasho mi ha fatto dare un piccolo armadio in cui tenere i miei vestiti, nella camera di Liveta. Partiamo insieme, lei, io e Nadia accompagnate in macchina fino all’autoporto. Tre pomeriggi di lavoro. Fino alle sei e mezza arrampicata a cosce aperte su quel maledetto guardrail. Una teoria continua di camion, container, uomini. In tre giorni il mio corpo ha ospitato decine di cazzi che si sono accomodati nella mia fica, nella mia bocca, nel mio culo. Entrati dentro di me, svuotati dentro di me. Ogni volta chiudo gli occhi per perdermi nell’azzurro dei suoi, pensando che quella carne dentro di me sia lui.
Venerdì, sei e mezza, l’ultimo passaggio dieci minuti fa, un nero, grasso e puzzolente. Un pompino con l’ingoio, ho ancora il suo gusto in bocca. La macchina sta facendo il giro della rotonda, alla guida Ditmir. Sono sempre loro a venirci a riprendere. E a prendere i soldi. Entriamo in macchina, Dasho raccoglie i soldi dalle nostre borse, mentre Nadia e Liveta danno sfogo alla loro parlantina, ridendo e scherzando con i due uomini. Arriviamo nella via del baretto, Ditmir parcheggia poco distante dal portone. Il fresco oscuro delle scale mi accoglie con un brivido. Vado in camera con Liveta, mi spoglio e mi sdraio sul letto, mentre lei si infila nella doccia. Esce dopo un quarto d’ora, avvolta in un accappatoio rosa. “È libero” mi ...
... avverte con voce squillante. Mi alzo, entro nel box trasparente, l’acqua tiepida mi accoglie materna, lava via in sottili strisce di schiuma tutti gli uomini, tutte le mani, tutte le presenze che hanno invaso il mio corpo. Alzo il volto verso il getto, gli occhi chiusi. Mille spilli risvegliano la mia pelle. Le mie mani scorrono i capelli, dietro la testa.
Sento la porta del box aprirsi, raccolgo i capelli in una coda, tenendoli con le mani senza voltarmi. Braccia forti mi circondano. Le sue mani raccolgono i miei seni, abbasso lentamente la testa, le sue labbra scorrono veloci sul collo, mentre le sue dita scendono lungo i miei fianchi. Appoggio la testa sulle braccia incrociate contro il muro, il mio bacino si sporge all’indietro. Sento il suo desiderio contro il solco delle mie natiche. Con i piedi mi fa divaricare le gambe, per quanto permette lo spazio angusto del box. Una mano prepara la via, massaggiandomi la fica, aprendone le labbra contro cui lo sento appoggiarsi. Scivolo lentamente sul muro, spingendo i fianchi contro di lui per farlo entrare. Muovo il bacino lentamente, mentre il suo ritmo accelera piano. Lo sento in ogni spinta, sento il glande contro la bocca dell’utero, sento la sua pelle ritrarsi nell’avanti e indietro, sento la sua presenza come parte di me. Le sue mani scorrono sul mio corpo, usano una sua proprietà liberamente. Stringono i miei capezzoli, fino a strapparmi un grido di dolore, poi una afferra i miei capelli, tirandomi indietro come le briglie ...