1. La lunga notte – cap. 7


    Data: 08/08/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Lord Byron, Fonte: RaccontiMilu

    ... di una puledra, l’altra scivola a massaggiarmi tra le cosce, mentre continua a entrare e uscire dal mio corpo liberamente. La mia mente è piena di lui. Il mio corpo è pieno di lui e un orgasmo interminabile prende possesso dei miei muscoli, dei miei nervi, delle mie vene. Ansimo godendo mentre lo sento continuare a pompare dentro di me. Il mio piacere si fonde con un rantolo animale, mentre lo sento affondare sempre più i colpi fino a piantarsi nel profondo delle mie viscere, fermo dentro di me. Sento distintamente ogni contrazione che mi riempie del suo sperma, abbandonata e accogliente. Le gambe si piegano, mi volto verso di lui. Le mie labbra cercano le ultime gocce, gli ultimi brividi del suo piacere, poi alzo gli occhi, incrociando i suoi. “Devo parlarti” sussurro “Cosa c’è?” “Domani è sabato, io… io…- abbasso lo sguardo – nel week-end non posso” finisco tutto d’un fiato. Il silenzio sovrasta lo scrosciare dell’acqua ancora aperta. Non oso guardarlo. I secondi sembrano interminabili. La sua mano mi alza il mento. “Va bene. Ti aspetto lunedì sera alle nove. La prossima settimana lavori di notte.” “Ma… ma come faccio, cosa dico a mio marito? una sera, due, ma poi? Fammi lavorare di giorno, lavorerò anche al mattino se vuoi. Ti prego…” I miei occhi lo implorano. “lunedì alle nove. O vengo a cercarti.” Lo guardo uscire dalla doccia senza voltarsi, avvolgendosi in un immenso asciugamano bianco. Lentamente mi rialzo, l’accappatoio mi accoglie morbido.
    
    Il viaggio verso ...
    ... casa è una analisi di tutte le scuse più o meno credibili che potrei inventare. Ma non trovo nulla che possa reggere per una intera settimana, si tratta di rientrare verso le tre, quattro di notte. O forse non rientrare affatto. Ma con che giustificazione? Per qualche giorno potrei essere da un’amica, ma quale? E poi sicuramente dovrei raccontare una storia anche a lei. Bisogno di stare da sola? Non voglio preoccupare Matteo più di quanto non lo sia già. Ma non voglio rinunciare a Dasho.
    
    Entro in casa avvolta dai miei pensieri, mentre Matteo mi viene incontro sorridente. È sempre stato la mia forza, il mio sostegno, Matteo. Fin dai tempi del liceo. Lui più grande di me mi ha insegnato a diventare donna, a scoprire il mio corpo e il piacere che si nascondeva nella mia mente. Un amico, un complice, un pilastro su cui appoggiarmi. “Come stai?” i suoi occhi indagatori cercano di studiare il mio umore, il mio stato d’animo. “Bene – rispondo cercando di essere sorridente – ne hai uno anche per me?” indico il calice umido di condensa pieno di vino bianco che è adagiato nella sua mano. “Certo, vieni” dice baciandomi con dolcezza. Lo seguo fino in cucina, da una ciotola prendo una manciata di pistacchi, mentre Matteo mi versa un bicchiere di vermentino uscito dal frigo. Mi parla della sua giornata, del lavoro, quasi non lo ascolto, annuendo ogni tanto. La mia mente è concentrata su come liberarmi senza insospettirlo troppo. “la prossima settimana devo andare a Roma, vieni con me? ...
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