1. L’amorale della storia


    Data: 26/07/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69

    ... credo. Ho capito che ti ha spinto la voglia di farlo che avevi dentro. Vieni qui”. Il giovane strisciò sul letto e posò la testa sulla spalla dell’uomo, aderendo a lui e respirandone l’odore carico di testosterone dell’ascella. Quello gli avvolse il forte braccio attorno stringendolo a sé. La piccola mano si muoveva sul petto di Rocco, giocherellando col pelo brizzolato.
    
    “Anche tu sei stato fantastico. Mi rendo conto adesso che sei l’uomo che ho sempre desiderato per la mia prima volta”.
    
    Rocco gli passò un dito sul naso, con affetto. “Ma ancora non hai avuto la tua prima volta, mio piccolo maialino. Ma adesso mi riprendo e ti farò vedere”.
    
    Domenico, come se ricordasse il quel momento l’oggetto del piacere, allungò la mano sul cazzo massiccio che, al tocco, cominciò a riprendere forma. “Ah si? Che cosa pensi di fare?”, disse in tono vezzoso.
    
    “Ti sverginerò il buchino. Anche lui ha bisogno di godere”.
    
    “E se io non fossi d’accordo? E’ troppo grosso. Ho paura”, disse senza troppa convinzione.
    
    “In quel caso, io te lo sverginerò lo stesso. E’ tutta la sera che mi stuzzichi. Ti prenderò con la forza e ti scoperò comunque senza tanti complimenti. Mi piaci troppo”.
    
    “E se, invece, io fossi d’accordo?”
    
    “In quel casi ti sfonderò, ti spanerò il culo, ti farò sentire la mia minchia fino nello stomaco, ti sbatterò come una puttana di bordello, per ore, fino a spararti dentro almeno un litro di sborra che ti uscirà pure dalle orecchie. Ti inseminerò così ...
    ... tanto che, giuro, ti metterò incinta”.
    
    “Beh, se questo è il programma, penso che sceglierò questa seconda possibilità”.
    
    “Ottima scelta, ragazzo e, se il servizio mi soddisferà, ti nominerò mia femmina personale”.
    
    A fare questi discorsi, il cazzo era diventato di marmo. Domenico ci si avventò sopra con la bocca aperta giusto per bagnarlo di saliva un po’. L’uomo gli si sdraiò sopra e gli strusciò il suo attrezzo addosso, giusto per far notare la differenza di grandezza. Poi gli alzò le gambe e puntò la cappella all’ingresso dell’orifizio palpitante di desiderio.
    
    Il ragazzino gli si concesse completamente allacciandolo a sé con le gambe. Chiuse gli occhi preparandosi allo sforzo di resistere al dolore ma, non appena la mazza cominciò a farsi largo, dovette sbarrarli. All’inizio si morse le labbra per non gridare ma, quando quella raggiunse lentamente il fondo, gli uscì un forte lamento più di approvazione che di sofferenza.
    
    Da quel momento cominciò una monta feroce, senza sosta per lunghissimo tempo. Di dolore ne provò poco, tanta era la voglia, e la strada fu aperta facilmente, irrorata presto dagli umori rettali. Fu preso in ogni posizione possibile, tra i suoi forti gemiti ed i volgari epiteti che il maschio gli sussurrava all’orecchio. Sentirsi chiamare troia, puttana, zoccola, lurida mignotta, frocio rottinculo da quello splendido maschio eccitato gli dava un piacere immenso, oltre a quello procuratogli dalla mazza dura che lo fotteva come un martello ...
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