1. Mary 7 – La mancanza pesa e si fa sentire 1 e 2


    Data: 20/07/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Marilena C., Fonte: EroticiRacconti

    ... cattiveria. Ho urlato, devo aver perso i sensi per degli attimi. Un dolore lancinante e la figa che mi andava a fuoco. Nella mia allora breve esperienza di femmina mai sentito un membro così, duro, grosso, potente; avevo davvero un ferro rovente in figa. Ho ripreso subito a godere e produrre miele di figa. I miei talloni incrociati dietro le sue natiche come ad imprigionarlo, a non farlo scappare, a spingermelo ancora più in fondo, ma si è staccato, è uscito. l'ho sentito frugarmi il culo, la cappella cominciava a separarmi le natiche.
    
    -NOOOOOOOOOOOOOOO li noooooooo .-
    
    lui. -Hai un gran bel culo, soffice, pieno, sodo,.... lo voglio. Stavi godendo, troia! … e vedrai che ti piacerà anche di più. Adesso ti faccio il culo e sarà completamente mio..
    
    un affondo pazzesco, un mio urlo, i suoi rantoli. Mi spaccava. Non so quanto è durato, ma godevo, godevo punto e basta, non volevo altro che continuare ad essere aperta, spaccata da lui, da quel cazzo.
    
    Ho sentito i suoi schizzi dentro. Quanti?... boh... centinaia. Non smetteva più. I suoi rantoli da porco autentico.
    
    Ero distrutta sono scappata.
    
    Giù c'era l'altro ad attendermi. caricata in macchina. Luogo appartato e pompino. Ha fatto tutto lui ero completamente succube. Ho ingoiato. Poi a casa.
    
    Dopo tre giorni sono tornata io dal porco. Sono stata la sua amate, la sua puttana per quasi due mesi, poi un giorno ci ho trovato altri quattro o cinque uomini e alcune altre ragazze. Un attimo di lucidità, sono scappata ...
    ... via.
    
    Pentita? Sarei rimasta? Sottovoce: SI!
    
    Uno stage mi ha portata in una città del nord in cui l'episodio quasi uguale si è ripetuto: Studio tecnico di una professionista conterranea. Lei il giorno assente.
    
    Un dipendente dello Studio a cui piacevo, aveva da appena arrivata cominciato a fare il cretino, ma io non avevo nessuna voglia di accontentarlo.
    
    Ogni momento ed ogni scusa era per lui occasione per toccarmi. Lui impiegato, del posto, io tirocinante isolana, del sud.
    
    Un appunto sulla sua scrivania firmato dalla titolare gli chiedeva di chiamare un cliente per consegnargli un progetto e se non rispondeva bisognava portarglielo. Più altri lavori che doveva svolgere.
    
    -se non ce la fai, chiedi la cortesia alla tirocinante di darti una mano.- concludeva l'appunto.
    
    -Me lo ha mostrato come a dire, non sono io, ma è la responsabile che vuole che lavoriamo insieme. Questo cliente non mi risponde, se ti spiego dove ha l'ufficio, ci andresti a portarglielo?-
    
    Si! Mi toglievo lui di torno e mi facevo una passeggiata fuori ufficio
    
    Ai lati del portone del palazzo nessuna targa o insegna ad indicare presenza di uffici,
    
    pigiando il citofono..
    
    -si? Chi è?
    
    -Buongiorno, sono Marilena. Ho portato il progetto.-
    
    -Ah si, salga. Terzo piano.-
    
    Porta aperta: - Permesso?-
    
    -si prego, entri!-
    
    -il mio collega mi parlava di ufficio....-
    
    -beh... no, in effetti qui è casa mia. Ho avuto delle difficoltà e sa... per abbattere i costi... venga, andiamo in ...
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