1. Linda la nerd – Capitolo 11


    Data: 04/07/2020, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... stava seguendo all’idea che anche il suo uomo l’aveva calcato tempo prima. Anche lui aveva visto quel tronco d’albero spezzato ad un paio di metri di altezza, coperto da rampicanti? Quella radura nel bosco piena di fiori viola e bianchi? E quell’area picnic, con tavolo in legno e un caminetto dove grigliare il cibo? Avrebbero potuto fermarsi un giorno e pranzare lì.
    
    Certo, in quel momento, comunque, se avesse avuto un motorino avrebbe inforcato quello per raggiungere la segheria, ma non ne possedeva nessuno. I suoi compagni si erano riuniti per arrivarci in macchina, ma lei non era stata invitata, e comunque non avrebbe accettato nessun passaggio: se la sua esibizione fosse stata del livello per il quale si era allenata, sarebbe stato meglio non restare sola con maschi con una quantità di ormoni in circolo troppo elevata.
    
    Per passare un po’ il tempo che mancava alla sua destinazione, ripensò alle informazioni che aveva trovato riguardo a quell’edificio abbandonato cercando qualche giorno prima su Internet. A quanto aveva capito, alla fine del diciannovesimo secolo il taglio degli alberi nella zona era una delle principali fonti di reddito, anche grazie a delle politiche adottate per la conversione di estese porzioni di territorio in campagna dove produrre cibo in vista della migrazione di operai dal meridione alle nuove aree produttive nel Regno d’Italia ed un aumento della popolazione locale. Uno degli effetti collaterali fu la creazione di diverse segherie in zona, ...
    ... dove portare le piante abbattute e realizzare assi di legno, in località che potevano vantare un fiume in cui installare un mulino che avrebbe fornito l’energia necessaria al funzionamento dei macchinari. Nel 1899, nei pressi di Caregan, un imprenditore decise di sfruttare il torrente Silso, che scorreva in mezzo ai boschi, avendo quindi a portata di mano la materia prima.
    
    Per sua sfortuna, prima un incendio, a quanto pare provocato da un fulmine, che distrusse parte del bosco, poi una frana che deviò il fiume, negli anni ’30 del ventesimo secolo portarono alla bancarotta e alla chiusura della segheria, che rimase un edificio abbandonato per tre decenni, quando un nuovo imprenditore, un certo Mavallini, acquistò il terreno e ricostruì la segheria, modernizzandola, sperando di fare un capitale. Per sua sfortuna, non furono gli elementi atmosferici a ostacolarlo, quanto, aveva scoperto la ragazza, il mercato: legname di buona qualità ma a prezzi minori proveniente dall’estero e l’uso della plastica per la produzione di mobili aveva fatto fallire di nuovo la segheria, riportandola ad essere un rudere.
    
    “O, come lo chiamano adesso”, pensò la ragazza, ricordando il termine letto su Internet, e che aveva trovato decisamente pomposo, se riferito a quanto compariva nelle foto del sito, “un esempio locale di archeologia industriale.”
    
    Il suono di voci le fece comprendere che era ormai arrivata. Appena oltre un ultimo muro di piante e grosse felci si aprì una spianata coperta da ...
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