1. Godere nella vergogna ii


    Data: 22/06/2020, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... che lei forse se ne accorgesse, l’orlo della gonna scopriva abbondantemente la balza della calzaLa raggiunsi. Mia si strinse al mio braccio.
    
    “Mi hai fatto fare la figura della prostituta.” mi disse con un certo nervosismo, “Ti sto aspettando da tanto, tutti mi guardavano, mi scrutavano da capo a piedi, non sapevo che fare. Se avessi ancora ritardato sarei venuta su io.”
    
    La sua risposta mi provocò una strana eccitazione. Era vero, vestita in quel modo le avevo realmente fatto fare la figura di una puttana di alto bordo , mi piaceva vederla così eccome se mi piaceva.
    
    Uscimmo e salimmo sul taxi. Lei stirò verso il basso il bordo della gonna che sedendosi si era arricciato scoprendo il bordo delle calze. Mi chiese di tornare in hotel: si vergognava di essere uscita così perché si sentiva nuda. Di fatto sotto l’abito indossava solo quel ridotto perizoma. Furtivamente senza che il taxista si accorgesse di nulla, vincendo una minima resistenza, le infilai la mano sotto la gonna, sfiorando le calze e poi le cosce nude fino sulla stoffa che le copriva il sesso. La sentii calda. Mia strinse le gambe. Cercai il contatto con suo sesso. Mia non si oppose e potei accarezzare la sua fighetta calda che in un attimo diventò fradicia. Sotto quel mio armeggiare l’elastico del perizoma si ruppe. Mi guardò spaventata e si lasciò sfilare quello straccetto di tessuto. Eravamo quasi davanti al ristorante. Mi chiese di nuovo di tornare, non solo si sentiva nuda, sotto quel vestito lo era ...
    ... veramente. Il taxista ci indicò la fine della corsa. Scesi. Aprii la portiera a Mia che scendendo non riuscì a coprirsi le gambe che svelarono l’attaccatura del reggicalze e cosce nude. Cercò ancora delle scuse per ritornare con la paura che potessimo incontrare qualcuno che la potesse riconoscere. Chiusi l’auto e la presi per mano ignorando le sue paure ma quella scelta stava per cambiare definitivamente le nostre vite. Ci stavamo incamminando quando il tassista diede un piccolo colpo di clacson, abbassò il finestrino e si rivolse a Mia insultandola “ Connasse ta culotte “ gettandole fuori dall’auto. Mia si sentì avvilita e faticai molto a convincerla ad entrare nel ristorante; attraversammo il salone; i suoi tacchi a spillo valorizzavano le gambe generosamente scoperte dalla minigonna ed il culo ondeggiava volgarmente facendo voltare molti avventori; schiena scoperta e tette straboccanti con i laccetti del reggicalze che si disegnavano vergognosamente sotto il vestito e, cosa che lei non immaginava, le forme del suo culo disegnate indecentemente. Ad un attento osservatore non sarebbe certo passato inosservato che sotto il vestito era completamente nuda.
    
    MIRNA
    
    Che vergogna attraversare il locale, tra i tavoli e sentirsi nuda e osservata. Con la coda dell’occhio vedevo che tutti si giravano a guardarmi, chissà, forse riuscivano anche a vedere che sotto ero completamente nuda, forse il vestitino così corto avrebbe messo in mostra anche la mia nudità. Cercai di arrivare ...
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