Confessione di un abuso
Data: 15/06/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: corsaro200, Fonte: Annunci69
... dopo aver ricevuto il nettare e averlo ingoiato. Dopo di ciò Teo si sistemò i vestiti e aprì la mano, guardando l’uomo negli occhi e non a testa bassa come aveva fatto le altre volte, per ricevere il compenso che aveva sempre ricevuto.
Anche questa volta l’uomo stava sfilando dal portafogli la solita banconota di piccolo taglio, ma il gesto fu bloccato da uno scuotimento di testa del giovane e le dita si spostarono su una banconota di più alto valore.
3- Mi piaceva quando si interessavano a me.
Ero stata ammessa nel cortile come se fossi un’appendice di Teo anche se, una volta con i suoi amici, il mio badante si disinteressava completamente di me. Così, abbandonata a me stessa, con quel nome al femminile “Polly” che sentivo ben appropriato, andavo a cercare chi si interessava a me e più grandi erano più ne ero contenta.
Ma i maschi si interessarono a me non come un loro simile che dà, ma come uno dell’altra sponda che prende.
Ricevetti infatti le attenzioni di tutti, dello stesso Teo, costretto da sua mamma a badare a me. Il suo cazzo è stato il primo che ho preso in bocca e di mia iniziativa.
In un pomeriggio piovoso in cui non si poteva stare all’aperto la mamma di Teo, che aveva cose urgenti da fare, non mi svestì e raccomandò a suo figlio di non uscire perché se anche avesse smesso di piovere ci saremmo sporcati.
- Ma io mamma non mi sporco e non voglio restare in casa tutto il pomeriggio a badare a quello. Torna presto.
Appena soli Teo accese il ...
... televisore, lo sintonizzò su un programma con cartoni animati e mi ordinò di starci davanti e di non muovermi neanche per pisciare senza prima chiedere il permesso. Detto ciò pensò di andarsene proprio nel cesso a farsi una sega. Ma non riusciva a trovare una posizione che lo sodisfacesse allora decise di farsela stando sdraiato, ma non sul letto dove sarebbe stato visto dal moccioso, è così che mi chiamava. Allora si distese sul pavimento, dietro al letto dei suoi genitori, dove non poteva essere visto, aprì le brache, chiuse gli occhi e diede il via al maneggiamento. Si trastullò a lungo, stringere il cazzo duro, sputarsi in mano per farlo scivolare meglio, gli dava tanto piacere.
Quando sentì dire:
- Teo che fai?
Si riscosse bruscamente e incazzatissimo disse:
- E tu che cazzo ci fai qui, perché ti sei mosso senza chiedermelo?
- Te l’ho chiesto, ma tu non mi hai risposto.
Teo, come è cresciuto il tuo cazzo.
- Tornatene davanti al televisore.
- Ma il programma è finito, mi annoio. Giochiamo un po’.
Te lo posso toccare?
- Cosa vuoi fare?
- Te lo voglio toccare.
- Me lo vuoi toccare?
- Sì, ti faccio io con la mia mano quello che ti stavi facendo tu.
- A sì? E poi andrai dicendo che hai toccato il cazzo di Teo.
- Ma no, non lo dico a nessuno te lo giuro.
- Guarda che se lo dici a qualcuno chiunque sia anche i nostri amici, te lo taglio.
- No, no, non lo dico a nessuno, giuro.
Non lo dico a nessuno Teo, anche se mi ammazzano, ...