1. Confessione di un abuso


    Data: 15/06/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: corsaro200, Fonte: Annunci69

    Confessione di un abuso
    
    1 - Polly
    
    Quando sua madre, tenendomi per mano, mi portò a casa sua e lo vidi, me ne innamorai subito, anche se non capii che quello che provavo fosse amore. Ero troppo piccolo per chiamare col nome giusto quel sentimento.
    
    Sua madre me lo presentò dicendo:
    
    - Lui è mio figlio Teo, fai come se fosse il fratello maggiore che non hai.
    
    - Ciao Teo.
    
    Al mio saluto rispose con un suono indefinibile ma mi squadrò dalla testa ai piedi. Non mi chiese come mi chiamassi, sua madre non mi aveva presentato, ma sono sicuro si stesse domandando se ero maschio o femmina.
    
    Riguardo al mio stato fisico devo fare una precisazione. Al momento della mia nascita, non vedendo la fessurina in mezzo alle gambe, per esclusione mi definirono maschio.
    
    Il vestiario, i colori, i giocattoli che venivano scelti per me erano da maschio, creando in me da subito una gran confusione in special modo quando iniziai ad andare all’asilo dove scoprii che il mondo era diviso in due, e io, inserito in quello maschile, sentivo più affinità col mondo femminile. Questa ambiguità me la portai appresso per tutti gli anni della mia fanciullezza, fino a quando, tenuto per mano da Teo, arrivai nel cortile.
    
    I miei genitori, che non avevano il tempo di occuparsi di me, mi avevano affidato alla madre di Teo che veniva a prendermi alla scuola alle quattro del pomeriggio fino alle otto di sera che venivo riportato a casa. In realtà, volente o nolente era Teo che doveva pensare a me, ...
    ... così sua madre poteva fare anche altre cose, e dovunque andava lui stavo io.
    
    Teo viveva con sua madre in una casa che come altre affacciava su un cortile, salotto e punto d’incontro di tutto il casolare e lì aveva amici di tutte le età maschi e femmine che vi passavano il tempo a giocare tutti insieme.
    
    Quando arrivai nel cortile tenuto per mano da Teo, erano tutti incantati a guardarmi. Ero bellissimo, pulito e ben vestito, le stesse cose non si potevano dire per quelli del cortile che avevano la mia stessa età, avevano addosso si e no le mutande e una maglietta corta che non copriva niente o lunga perché appartenuta a un componente più grande della famiglia. Però quello che tutti si chiedevano guardandomi era di stabilire a che genere appartenessi.
    
    I primi duo o tre giorni, tornando a casa con i vestiti tutti sporchi, mi presi da mia madre un rimprovero che, anche se non direttamente, fu esteso alla mia badante. Al che fu trovato un rimedio, la madre di Teo arrivati a casa sua mi spogliava completamente e, non avendo a disposizione mutande della mia taglia, mi mandava in giro a culo nudo con una maglietta lunga fino ai polpacci che probabilmente apparteneva a Teo, questo mi integrava con quelli del cortile. E così grandi e piccoli trovandomi tra i piedi non potevano fare a meno di alzarmi la maglietta ridere per quello che mi vedevano davanti e apprezzare con sculacciate non sempre affettuose il mio culetto rotondo, rosa e morbido. Tra le gambe avevo un bottoncino e ...
«1234...»