Confessione di un abuso
Data: 15/06/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: corsaro200, Fonte: Annunci69
... nessun segno esteriore dello scroto se non un leggero arricciamento della pelle.
Furono le femminucce a risolvere l’equivoco e far chiarezza. Infatti una di loro, di cui le altre dicevano fosse un maschiaccio, alzandosi la veste e mostrando a tutte la sua passera fece vedere che la sua clitoride, che lei chiamò “cecio”, era visivamente più grande del mio pene, che non era altro che un ricciolo, anche questo a vista perché neanche io portavo le mutande e mi aveva alzato l’indumento che mi copriva. Così tra una risata e uno sberleffo disse.
- Ma è più grande il cecio della mia “fessa”.
“Chesta è chiù femmina e me”. La chiameremo Polly.
Un nomignolo “Polly” che fu poi adottato da tutti.
2 - Teo
Giovanissimo Teo appagava la grande curiosità sessuale che aveva spiando i genitori che dormendo in una stessa stanza facevano sesso dietro una tenda. Fuori casa poi, non visto, ascoltava i discorsi degli adulti che si riunivano la sera. Fu in una di queste sere che vide per la prima volta il sesso di un uomo che sarebbe potuto essere suo padre.
L’uomo, allontanatosi dal gruppo per pisciare, si era sbracato dietro la siepe dove il ragazzo era nascosto ad ascoltare. Forse i discorsi un po’ pepati che stavano facendo lo avevano eccitato, il cazzo era barzotto e il piscio tardava ad uscire. L’uomo non se lo manteneva con la mano, aveva chiuso gli occhi e aspettava che il piscio cominciasse a uscire. Li riaprì che il getto non era ancora cominciato e vide il ragazzo che ...
... glielo stava guardando a bocca aperta.
- Beh che hai da guardare, non hai mai visto un adulto col piffero di fuori?
Me lo vuoi reggere mentre piscio?
Teo non riuscì a pronunciare parola, ma neanche scappò. Allora l’uomo allungò un braccio, gli prese la mano e la portò al cazzo. Come un automa il ragazzo la aprì e chiuse le dita intorno al pene che solo in quel momento cominciò a pisciare. Quando finì l’uomo si sistemò le brache e disse.
- Vado a salutare gli amici, se mi aspetti quando torno ti faccio un regalo.
Dopo pochi minuti l’uomo tornò, Teo non si era mosso di un centimetro e la mano che aveva sorretto il cazzo mentre pisciava era rimasta con le dita aperte.
Senza dire parole l’uomo si tolse il gilè e lo distese per terra, poi si abbassò le brache fino alle scarpe, si sedette col culo nudo sulla stoffa del gilè e allargò le gambe. In un nido di peli arruffati era in mostra il lumacone semi dormiente e lo scroto rugoso con dentro due uova di quaglia. Teo era paralizzato e immobile e ancora una volta l’uomo alzò un braccio, gli prese una mano, lo tirò giù a sedere e portò la mano al cazzo.
- Stringilo e menamelo, sai come si fare, vero?
Non essendoci alcuna reazione l’uomo dovette premere la sua mano su quella del ragazzo e fare il movimento che aspettava gli venisse fatto.
Solo allora Teo uscì da quello stato catatonico e cominciò a fare quello che gli veniva chiesto. Immediatamente il cazzo cominciò a ingrossarsi.
- Dai continua, mettici ...