Un uomo che ti cambia la vita - capitolo 2
Data: 13/06/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Fedex2019, Fonte: Annunci69
Mi sono svegliato presto. Sono rimasto a letto mentre il sole cominciava ad accendersi. Quella mattina erano apparse le nuvole, scorrevano veloci su un cielo stinto proiettando macchie scure sugli ulivi argentati e si tenevano stretta la loro pioggia portandola chissà dove.
Aprendo gli occhi ho visto il corpo di Jacopo accanto al mio, la sua testa sulla mia spalla. Dormiva ma sembrava riflettesse pronto a dirmi qualcosa.
Avevamo appena trascorso una notte di passione furiosa, impetuosa. Sembrava inarrestabile, quasi che uno volesse consumare l’altro.
Adesso che strisce di sole colpivano i nostri corpi, che le braci ancora accese nel camino sembravano voler dare testimonianza dell’incendio che ci aveva sfinito, davvero non riuscivo a credere che fosse realmente accaduto, e che fosse accaduto in quel modo.
Decisi di alzarmi dal letto, prestando attenzione a non svegliare Jacopo e mi recai nella sala della musica. Avvertivo il bisogno di suonare, così mi sedetti al pianoforte e cominciai a suonare la Sonata n. 17 in Re minore di Beethoven conosciuta anche come "La Tempesta".
Suonai con vigore e il defluire delle note, come sempre, fu un balsamo aromatico, fragrante, profumato, lenitivo delle paure che mi stavano assediando. Non c’era più un passato, né un futuro, solo un presente ammaliante che dilatandosi occupava lo spazio e il tempo fondendoli in una realtà indistinta. Solo io e lui e le note del pianoforte.
Indossavo solo una camicia, avevo acceso il ...
... camino e il fuoco riscaldava la stanza. Avevo avvisato Maria ed Erminia che avrebbero potuto fare le pulizie nel pomeriggio e che non era necessario che cucinassero qualcosa per il pranzo.
Poi entrò Jacopo, io continuai a suonare. Era nudo, si mise accanto a me.
“Tutto è perfezione qui e adesso: te, questa casa meravigliosa, il calore del fuoco, le tue mani sulla tastiera, le note di Beethoven, la tua arte nel suonare, la campagna toscana, questa notte, io e te…..”
In piedi, dietro di me, mi baciò la testa, poi si inginocchiò e con le mani si insinuò sotto la camicia e prese ad accarezzarmi il petto, con una dolcezza quasi impercettibile, solo lambendo la mia pelle.
“Abbiamo fatto l’amore tutta la notte, sei insaziabile” lo dissi sorridendo.
“Embè? Non dirmi che alla tua età già non ti regge più…..”
Gli sferrai un pugno sul braccio, simulammo una lotta. Poi ci baciammo con la stessa passione che aveva fuso i nostri corpi durante la notte, ci rotolammo sul tappeto davanti al camino acceso e di nuovo il suo corpo sopra di me, dentro di me e poi il mio corpo sopra di lui, dentro di lui.
Quando nel pomeriggio tornammo a casa, ognuno sulla propria macchina, un vorticoso turbinare di emozioni si addensarono e si diradarono nella mia testa, come quando, nell’equinozio d’autunno, assistiamo affascinati alle acrobazie di uno stormo di uccelli migratori che, nei loro voli acrobatici, si raggruppano formando una nube nera e poi si allontanano lasciando spazio alla luce ...