L'anello magico
Data: 28/05/2020,
Categorie:
Etero
Autore: RaccontiSparsi, Fonte: Annunci69
... su, si afferrò le tette e le avvolse attorno al cazzo. Mi guardò sorridente, «Lo capito, sai, che volevi che ti coccolassero» e cominciò a strusciarle contro la cappella, la saliva di cui il mio cazzo era fradicio lo rendeva scivolose al punto giusto.
Il mio bacino cominciò a dare dei colpetti di riflesso e sentii il bisogno di prendere le redini. Le strinsi le mani sulle sue e subito le ritrasse lasciando che usassi il suo seno a mio piacere. Le strizzai per farle aderire il più possibile, con un gemito sommesso da parte di Valentina. Mi segai piano con le sue tette, finché non mi abituai, poi aumentai la velocità. Chiusi di nuovo gli occhi, in preda al piacere.
Dopo un po' cominciai a sentire il respiro di Valentina farsi più affannoso e diventare un mugolio sommesso.
Aprii gli occhi e mi accorsi che aveva entrambe le mani infilate nei pantaloncini e si stava masturbando. Aumentai la velocità e strinsi i seni con forza. Valentina mugolò ma non disse nulla e continuò a sditalinarsi. I suoi gemiti si fecero sempre più acuti, ansimava a bocca aperta e emetteva urletti di piacere.
«Ti piace farti scopare le tette, eh?»
Per tutta risposta Valentina emise un gemito più grave e lungo.
Stavo per venire di nuovo. Le lasciai andare le tette e lei si fermò, «Perché adesso?».
«Si vede a un miglio che hai bisogno di cazzo, non certo di un paio di dita, su vienimi sopra»
Sorrise e si alzò in piedi. Si sfilò i pantaloncini e le mutande in un unico movimento, ...
... mostrandomi la sua fighetta bionda dalle labbra rosse e turgide e si sistemò sopra di me con le gambe sui braccioli e i piedi fuori a penzoloni. Prese il suo seno tra le mani e me lo offrì da succhiare. Misi la testa in mezzo e le leccai come un bambino col gelato. Raggiunsi i capezzoli e presi a succhiarli con forza. Valentina gemeva ogni volta che succhiavo troppo forte o le mordicchiavo i capezzoli; prese a ondeggiare il bacino sfiorandomi la cappella con le labbra. Poi si decise. Mi afferrò il cazzo, se lo puntò tra le gambe e si fece cadere su di me. Il cazzo sprofondò per intero, e me lo sentii strizzare dalla base al glande. Valentina cacciò un urlo che, credo, sentirono anche i vicini e io la strinsi a me.
Quando ebbe ripreso fiato si riposizionò. Mise le mani sulle mie spalle e cominciò a saltellare su di me. Le pareti della sua vagina mi strizzavano cazzo, ma era così bagnata che non avvertivo resistenza. Dopo un po' si fermò per riprendere fiato. Chiuse gli occhi e mi prese la testa tra le mani. Le sue labbra si schiacciarono contro le mie e la lingua si insinuò tra le mie labbra. Ricambiai il bacio. Le infilai una mano tra i capelli e con l'altra le strizzai una tetta.
Ricominciò a muoversi su di me sollevandosi e facendosi cadere ogni volta di peso su di me. “Se qualcosa va storto me lo spezza in due…”. Feci scivolare le mani su suo culo e le afferrai entrambe le natiche per prendere il controllo e ricambiare le spinte a mia volta.
Valentina gemeva sempre più ...