L'anello magico
Data: 28/05/2020,
Categorie:
Etero
Autore: RaccontiSparsi, Fonte: Annunci69
... cosa che sono riuscito a rimediare».
Lo guardai divertito. Questo pazzo, in fin dei conti, sembrava innocuo e a recitare era un disastro. Decisi di stare al gioco. «Allora ho tre desideri da pronunciare?»
L’omone si ritirò dritto e impettito, «Si, tre desideri», poi un po' meno impettito, «ma la avverto, non sono molto potente, quindi non esageri».
«Va bene. Genio. Fammi pensare…» decisi a stare allo scherzo e dissi le prime cose che mi passarono per la testa, «Cosa può volere un ragazzo? Le tasche piene di soldi, tutte le ragazze che desidera e non sentire più questo cazzo di caldo!»
Non fece una piega. «Si padrone, come comanda» e fece un inchino, «Per il primo e terzo desiderio non ci sono problemi. Il secondo lo posso esaudire solo a due condizioni>.
«E cioè?» ghignai.
«Deve essere in presenza della ragazza che ha scelto e deve portare al dito l'anello»
Incrociai le braccia con finta disapprovazione.
«Ve l'ho detto non sono un genio tanto potente» e abbassò lo sguardo a mo’ di scusa.
«Va bene Genio, rispetterò le regole» e sciolsi le braccia, perdonandolo.
Al che lo strano individuo sembrò soddisfatto, «I suoi desideri siano esauditi, padrone» annunciò con un gesto della mano, come a disegnare un arco sopra la sua testa. Nessuna esplosione di magia, neppure la benché minima scintilla. «Fatto. Se ha bisogno di aiuto mi chiami, e io verrò!». Si voltò in direzione della porta e si incamminò sulla via, allontanandosi finché non lo vidi ...
... più.
“Che folle! Tutte a me devono capitare? E poi con 'sto caldo…” mi fermai a metà del pensiero: non sentivo più caldo! Vedevo i passanti fuori dalla vetrina sudati come maiali, mentre io mi sentivo freschissimo, come appena uscito dalla doccia.
Uscii in strada. Fresco.
In lontananza potevo scorgere i miraggi sull'asfalto, ma io stavo al fresco. Tesi il palmo della mano alla luce del sole e avvertii solo un lieve tepore.
Cominciai a tremare. Non di freddo.
“Il pazzo!”
D’istinto infilai le mani in tasca in cerca del cellulare e le sentii affondare nella carta. “Ma perché ho le tasche piene di cart-”, tirai fuori la mano. Le dita stringevano una banconota stropicciata da cinquecento euro. «Incredibile!» mi sfuggì dalle labbra. Rimisi in tasca quel piccolo tesoro e mi guardai attorno per accettarmi che nessuno mi avesse visto. Non si sa mai chi circola per strada.
Chiusi il negozio e mi precipitai a casa col respiro affannato. “Forse il matto non era poi così matto. Forse era davvero un genio. Ma no, impossibile, sarà stata una botta di caldo!”.
Per confermare queste riflessioni infilai una mano in tasca e tirai fuori la stessa banconota assieme a un mucchietto di altre banconote di grosso taglio e lo poggiai sul tavolo. Rinfilai la mano nella tasca, che avrebbe dovuto essere vuota, e trovai un altro mucchio di banconote. Poi un altro, e un altro, e un altro. Sul tavolo si ritrovarono ammucchiati almeno cinquantamila euro.
Mi accasciai su una sedia, sconvolto. ...