Amici di ieri
Data: 27/04/2020,
Categorie:
Sentimentali
Autore: Ja, Fonte: EroticiRacconti
... piano si erano allontanati maturando negli anni un’indole completamente diversa, che si erano avvicinati a opposti tipi di persone e che guardavano al futuro da prospettive opposte; l’unica cosa che mantenevamo in comune era quella connessione e sentimento di fiducia reciproca che erano rimasti vivi nel tempo e che adesso erano riaffiorati in un comune desiderio di darvi respiro.
I miei occhi chiusi mi impedirono di vedere lo scatto che la sua mano fece verso di me, andando a posarsi delicatamente sotto al mento e portando il mio viso a sfiorare il suo. Ricevevamo l’uno l’aria dell’altro, con le
labbra socchiuse e gli occhi ora aperti che si scrutavano nell’infinito delle nostre pupille. “Ti prego, vieni con me” - sussurrò impercettibilmente, quasi supplicandomi - “Non riuscirei più a respirare altrimenti; vieni con me, ti prego”. Mi condusse mano nella mano nella sua stanza, e riaprii gli occhi; nel muovermi li avevo chiusi tanto mi fidavo di lui. In piedi l’uno di fronte all’altro, frementi di dimostrare l’uno il desiderio all’altro, prese vita un’infinita serie di baci, violenti e dolci, tutti incapaci di trasmettere anche solo la metà di quel che ci animava. La mia pelle e le mie labbra erano diventate la nostra pelle e le nostre labbra, gli atti e i corpi spinti dal fervore si stringevano in una cosa sola sopra delle lenzuola bianchissime e candide nella penombra di quel pomeriggio di maggio; tutto era, nel medesimo istante, estremamente lento ma spaventosamente ...
... impetuoso. Era tutto inutile: niente era in grado di riscattare quel nostro desiderio, niente lo riusciva a consumare. E continuammo accaniti l’uno sull’altro a volerci strappare di dosso la pelle che indossavamo ma che ci divideva; era amore e odio che viaggiavano nella medesima direzione, in un perseverante e continuo tentativo di unirci in una sola cosa.
Davide mi prese con forza, scostandosi, iniziando a sondare il mio collo con la sua bocca mentre le mie gambe s’aprivano al suo vigore, alla quella forza immane che riversava dentro di me; con il suo braccio lungo il mio addome e la sua mano aperta sul mio petto, infiniti istanti di gioia si susseguivano senza tregua. Mi destai con uno scatto verso di lui e mi ci strinsi intimamente, gli circondavo la testa con i polsi e lasciavo cadere le mie mani sulle sue solide spalle; le mie dita si facevano spazio tra i suoi folti capelli neri con una delicatezza opposta al sublime impeto che catturava il mio corpo. Il mio petto era saldato al suo, i suoi muscoli si contraevano vistosamente dagli addominali alle braccia ed io feci rifugio nella dolcezza che mi rivolgeva, piegandomi timidamente nel calore del suo corpo.
Sorrise appena riaprii gli occhi, un sorriso delicato e appena accennato sulla bocca di qualcuno di speciale. Mi sfiorò la fronte con la sua e poggiò quelle morbide labbra sulle mie. Mi proteggeva, Davide; mi teneva stretto a lui come per ripararmi dal mondo, attaccato al suo corpo e solleticandomi le guance con la ...