Amici di ieri
Data: 27/04/2020,
Categorie:
Sentimentali
Autore: Ja, Fonte: EroticiRacconti
... abbastanza sui libri; pure mia madre era meno severa di me a tal punto dall’urlarmi, un giorno, mentre me ne salivo in camera appena tornato da scuola: “Dai Ale però! Rilassati un po’, ancora su a studiare vai!?”. Io ero così; non ero in grado di astenermi dal dare peso alle cose, così come non ero capace ad ascoltare fedelmente il mio istinto. Può darsi che dentro di me anche io volessi prendermi una pausa, fare una tregua lontano dal dovere; ma il problema era che non riuscivo ad ascoltarmi. Ne consegue che quando mi ritrovavo davanti ad uno come Davide, spontaneo e sicuro di sé, la mia ammirazione cresceva vertiginosamente; ed io ne rimanevo quasi affascinato.
Volevo essere contagiato, almeno un po’, da una simile indifferenza nei confronti delle cose. Eravamo lì come a scuola: io davanti a un libro e lui a cazzeggiare; ma non resistetti e mi sedetti sul divano accanto a lui. “Ti sei rotto il cazzo pure te eh Ale?” - “Abbastanza... oh ma cosa ricevo in cambio per il favore?” gli chiesi con una nota di malizia. “Cosa vuoi, bello?” disse senza staccare gli occhi dal gioco ma tirandomi una spallata amichevole. “Ehh... te lo farò sapere” dissi vagamente, appoggiando in parte la mia mano sul suo ginocchio e guardando altrove. Chinai il capo e non lo guardai, ma qualcosa mi dice che dopo quel gesto lui mi guardò. Senza dire nulla, senza muovere un muscolo nemmeno per ritrarsi dalla mia mano, ma mi guardò. Ed io lo sapevo.
C’era penombra nella taverna; la luce non aveva ...
... per entrare se non delle finestrelle orizzontali all’altezza del soffitto, e in quella direzione avevo lo sguardo. Scorgevo dal basso gli alberi del giardino con i rami in fiore mossi dalla brezza, e come vidi ciò la mia pelle iniziò ad accapponarsi. Un brivido mi attraversò la schiena nonostante il venticello estivo lo vidi soltanto, se non fosse che, però, qualcosa effettivamente mi fece rizzare i peli sulle braccia. Un’altra mano s’era posata sulla mia e tutto intorno si fece silenzioso e calmo; la tele era ferma e là fuori il cielo s’era coperto dolcemente di nuvole bianchissime. Accarezzandomi il polso, fino a salire delicato fino al gomito, come una coccinella rossa che zampetta su di un ramo, trovai Davide come a contemplarmi; io accennai un sorriso e lui mi imitò prima di inclinare la testa appoggiandola alla mia spalla.
Era rassicurante sentire i suoi capelli solleticarmi la guancia, le sue dita formicolare nell’interno del mio braccio e, senza accorgermene, stringere l’altra mano nella sua; attenuavo la presa e lui mi seguiva, la rafforzavo e lui faceva lo stesso.
Pensai che, in fondo, lui non era poi così diverso da sua madre; quella tenerezza quasi fraterna nei miei confronti e la dolcezza con cui ora mi abbracciava non potevano provenire da qualcuno che ignorava il legame che ci aveva tenuto vicini in passato. Bensì, al contrario, ricordava e aveva fatto tesoro, come avevo fatto io, di tutto quello che avevamo trascorso insieme. Eravamo come fratelli che pian ...