Alla ricerca del proprio limite.
Data: 12/04/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: pennabianca., Fonte: EroticiRacconti
... mentre davanti mi sfondano la figa. Sentirmi due cazzi dentro, mi fa godere; vorrei urlare ma ho la bocca e le mani piene; faccio godere cinque maschi per volta e la cosa mi fa impazzire di piacere. Godo e faccio godere; sento il cazzo sotto scaricare dentro la mia fica un fiume di sborra caldissimo, mentre dietro Kalambay, mi sfonda il culo gridando e mi riempie del suo seme. Uscito lui, un altro prende il suo posto, poi un altro ancora e ancora, fino a che tutti mi scopano e godono dentro di me. Per circa tre ore, sono la loro troia; l'oggetto di tutte le loro ingiurie ed i miei buchi tracimano sborra a non finire. Poi, dopo avermi concesso un po' di riposo, Kalambay decide di dare il via al gran finale: così tutti si mettono in fila per incularmi e sborrare dentro di me. Incomincio a sentire una grande stanchezza, le gambe non mi sorreggono più, ma lui non demorde; mi fa inginocchiare su di un divano, in modo che io non abbia difficoltà a prenderli tutti in culo. Alla fine sono stremata, aperta, sfondata e colante sborra da ogni orifizio; lui è aiutato da un altro e, solo allora, mi rendo conto che Nico se n’è andato; mi prendono in braccio e mi riportano a casa. Mi sorreggono fin sul portone e, quando Nico apre loro, lo salutano.
«Questa cagna stasera ci ha fatto veramente divertire; le abbiamo sfondato il culo e la figa; falla riposare che più in là, ne organizzeremo un’altra, ancora più numerosa, perché ha dimostrato di reggere bene e non le basta mai.»
Guardo ...
... sfinita il mio uomo, che mi prende in braccio e mi porta direttamente dentro la vasca da bagno; mi ci immerge con tutto quello che resta dei miei vestiti, perfettamente incollati al corpo da tutta la sborra riversatami addosso. Mi lava, mi accarezza il corpo con una spugna e delicatamente mi ripulisce, poi, avvolta in un telo, mi depone sul nostro letto, mi dà un bacio e mi augura la buona notte. Sono davvero esausta e stremata, ma sono oltremodo fiera: sono stata capace di spremere fino all'ultima goccia, i coglioni di venti maschi senegalesi dalle grosse dotazioni. Per la stanchezza, dormo fino al pomeriggio del giorno dopo e, quando mi alzo, sono ancora malferma sulle gambe, mi sento il culo in fiamme e prego Nico di lenire il bruciore con qualche crema.
«Accidenti, sei tutta rotta: credo proprio che ti abbiano slargato oltre ogni immaginazione; lo hai così irritato da far paura; per non parlare della figa: è ancora molto dilatata e ci vorrà un po’, prima che ritorni nella normalità.»
Gli rivolgo uno sguardo colmo di affetto: che uomo amorevole è il mio! Chi altri al mondo, avrebbe permesso una cosa del genere?
«Quando te ne sei andato, e perché?» gli chiedo.
Lui abbassa il capo, poi mi risponde.
«Ti stavi divertendo, eri felice; essi ti stavano trattando da vera troia con i loro cazzi enormi: il più piccolo, per dimensioni, era tre volte il mio; perciò che ci stavo a fare? Non c'era bisogno che restassi e, così, me ne sono andato.»
lo bacio, lo stringo a ...