La Notte di San Lorenzo – Capitolo 5
Data: 09/04/2020,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Tradimenti
Autore: NuovoMenestrello, Fonte: RaccontiMilu
... anche l’unico modo per forzare la resistenza fisiologica che il mio ano stava opponendo per difesa. Il dolore fu quasi insopportabile, credevo di svenire ma non durò molto. Quando fu tutto dentro, o almeno io credevo così, restò immobile. Lo sentivo duro e soprattutto grosso come mai lo avevo sentito. Era largo e non finiva mai. Lo attribuii alla differenza anatomica tra le due entrate e non mi feci più domande. Ero una puttana e lo avevo voluto io. Sentivo il buco stringersi attorno a quel terribile pezzo di carne che invadeva la mia. Non era minimamente paragonabile a una scopata in figa. Aderiva perfettamente come fosse una chiusura ermetica, mi sembrava di non perderne nemmeno un millimetro. Solo quando il dolore sembrava attenuarsi per l’abitudine scoprii che non era ancora entrato tutto. Una buona parte ma non tutto. Quando proseguì la sua spinta inesorabile la sensazione stava cambiando, non era più quella di sentirmi dilaniata ma riempita, sfondata direi. Le fitte si trasferirono dai contorni del buco al fondo della pancia. Ora la larghezza quasi mi piaceva, era la lunghezza a preoccuparmi. Volevo fermarlo, poteva anche bastare così, ma non lo feci né lui me lo lasciò fare. Era dentro, questa volta tutto, lo capii dalle sue grosse palle che toccarono la figa che avevo dimenticato di avere. Ce l’avevo fatta! Quella sensazione di potenza mi calmò ma durò poco ancora una volta. Le fitte della pancia si attenuarono solo quando iniziò ad uscire, concedendomi un attimo per ...
... tirare il fiato. Ma era solo il segno che avrebbe iniziato a scopare, uscire per poi rientrare, uscire ancora per affondare, in un ritmo che cresceva costantemente. Il dolore e le fitte continuavano ma erano più sopportabili rispetto al bruciore dato dalla frizione, la saliva si stava asciugando e l’olio alla fine non lo aveva usato. Stavo sentendo il suo cazzo in ogni minimo dettaglio e rilievo. Nemmeno mi accorsi che il buco si era arreso e non stringeva più, anzi si allargava, si apriva senza che io facessi nulla. Funzionava! Lo stavo prendendo nel culo! Questa nuova sensazione si sommò a tutte le altre, non faceva più male, non spingeva più sul fondo, anzi sembravo non avere più un fondo, bruciava ancora si, ma meno, molto meno, sempre meno. E mi piaceva, di più, sempre di più. Non ero più in grado di capire cosa mi piacesse, forse non ero nemmeno in grado di sentire il mio culo, sentivo solo il suo arnese gonfiarsi e spingere, ero tutt’una con il suo cazzo. Era un piacere completamente nuovo, così diverso da non poter essere paragonato. Quando godevo con la figa non ero io a godere ma lei, era più meccanico di questo. Questo lo avevo scelto, me lo ero imposto e dovevo concentrarmi di più per provare piacere. Il mio piacere lo avrei deciso io, non la sua lingua o il mio clitoride, proprio io. Era mentale ma anche fisico, diventava fisico se la mia mente decideva che quel bruciore fosse piacevole e quel piacere bruciasse per quanto mi piacesse. A pensarci bene non bruciava ...