La Notte di San Lorenzo – Capitolo 5
Data: 09/04/2020,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Tradimenti
Autore: NuovoMenestrello, Fonte: RaccontiMilu
... aveva rotto quel patto implicito del silenzio e faceva apprezzamenti sul mio corpo. Anche per lui non sembrava più il corpo di sua sorella ma quello di una donna che si divertiva a stuzzicarlo. Quello che non poteva sapere però era che non solo per quello non avevo ancora indossato degli slip.
Ha notato il vestito che alla fine ho scelto: “Uno dei miei preferiti” si limita a commentare, come se fossi la sua donna e non più sua sorella.
Era un prendisole corto e leggero, di quelli che lasciano le cosce ben visibili agli sguardi. Quando l’ho indossato non mi ero ancora messa le mutande. E non lo ho fatto neanche dopo. Non potevo, mi era stato proibito. Mi spiace non potertelo dire fratellino, ma è meglio così.
Però sei stato bravo, te lo meriti un bacino sulla fronte.
“Vado a cucinare. Hai preso il pecorino? Sai che senza non so stare.” Gli ho chiesto in tono fintamente innocente.
Mi ha guardato il culo prima di rispondere.
“Non lo sapevo ancora. Ma grazie per avermelo detto, ora lo so”
Me lo ha guardato ancora con più insistenza mentre uscivo dalla stanza.
“Bello rotondo, sodo ed in evidenza con quel vestito e con niente sotto” lo sentii aggiungere tra se e se.
Più che un lago tra le cosce ero già al limite dell’orgasmo, sarebbe bastato veramente poco, anche uno di quei baci con la lingua che mi aveva dato Stefano la sera prima. Vederlo in cucina ad aspettarmi come il cucciolo aspetta il suo padrone mi fece venire voglia di saltargli addosso. ...
... Ma questa volta il padrone doveva essere lui quindi non lo feci. Certo andava un po’ aiutato, indirizzato, come stavo facendo guidando la sua mano sul mio culo. Mario non mi avrebbe lasciato il tempo, forse anche per questo trovavo più divertente Stefano e il suo stupore che però non gli impediva di scoprire con le dita quanta voglia avessi di lui. Quel contrasto tra ingenuità e desiderio si stava rivelando micidiale per la mia figa e per fortuna se ne accorse. Poteva essere corretto e fedele quanto voleva ma se una donna ti mette letteralmente in mano una figa fradicia come la mia ci devi stare. E lui ci stava, ci stava e ci sapeva pure fare! Non fui io a dirglielo ma la mia figa che si gonfiava e si dilatava per accoglierlo. E fu quando, con l’interruzione di Marina, non soltanto non si fermò ma diede l’affondo decisivo con le dita dentro di me che capii che volevo essere sua. Non più soltanto per la mia voglia, ma soprattutto per la sua. Guardavo Marina con le dita del suo uomo nella figa e realizzavo quanto gli avrei potuto dare di più, anzi quanto in quel momento volevo dargli di più.
Mi pentii di avergli impedito di scoparmi ma fu soltanto un errore di valutazione perché ancora non sapevo tutto quello che sapeva fare con la lingua. Per il genere di uomini da cui vengo attratta questa non è una consuetudine. Ma Stefano non era quel genere. Stefano non aveva il polso del dominatore ed è più facile imparare quello del leccare una figa a regola d’arte come stava ...