In crociera, rimorchiata da un professore maturo di colore
Data: 29/03/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: LaCavalla, Fonte: Annunci69
... Carlo mi chiese di ballare per loro, di far vedere a Marcel quanto ero brava a ballare da sola. Cominciai a ballare in maniera sensuale con quella musica lenta, fasciata nel mio vestitino nero, corto a bretelline che quasi nulla lasciava all’immaginazione. Guardavo Marcel che mi fissava estasiato, Carlo gli chiese ancora una volta se gli piacevo e cosa gli piaceva di me e cominciò a raccontare che sin da ragazza avevo fatto impazzire i maschi maturi e quelli di colore come lui che tanto apprezzavano le mie forme generose e che la sua mogliettina ne aveva soddisfatti di maschi così. Che ero stata sempre una gran vacca da monta per quei porci. Marcel non riusciva più a capire se Carlo fosse ubriaco o cosa. Ma quando Carlo lo invitò a sentire le mie cosce come erano morbide e vogliose di maschio, Marcel non se lo fece ripetere la seconda volta e affondò la sua mano tra le mie cosce, dando ragione a mio marito che ero veramente una gran bella femmina. Poi, sempre rivolto a Carlo gli disse: ti piace vero vederla scopata da un vero maschio questa gran vacca in calore? Quando Carlo assentì, Marcel lo invitò a spogliarmi per lui, rimasi solo con i miei sandali con tacco da quindici centimetri. Intanto Marcel si era piazzato di fronte a me e ora mentre lui si toglieva la camicia, Carlo mi invitava a tirargli fuori il cazzo e a succhiarlo. Non desideravo altro. La verga di Marcel mi sembrò molto più grossa e dura del giorno prima, forse quella situazione di mio marito che mi concedeva ...
... a lui lo eccitava. Glielo presi in bocca e cominciai a insalivarlo, a leccarlo, a fargli un succulento pompino che sembrava gradire molto.
Marcel ormai era completamente entrato nel ruolo e ora cominciava anche a prendere il comando delle operazioni, ordinò a Carlo di leccarmi bene la fica per prepararla alla monta. Mio marito, da bravo cornuto, si precipitò ad obbedire e cominciò a leccarmi come sapeva ben fare. Avevo il cazzone di quel maschione in bocca e la bocca di mio marito tra le cosce e godevo quando Marcel, con un piede allontanò mio marito dalla mia fica dicendo: basta cornuto ora me la devo fottere. Quel gesto così autoritario, da vero padrone, mi fece impazzire e non esitai ad obbedirgli quando mi disse: dai zoccola sbrigati a girarti che ti devo montare. Mi fece mettere a pecorina sul divano, mi ordinò di allargare bene le cosce e dopo avermi schiaffeggiato e menato un po’ la fica, come gli piaceva fare, ordinò a Carlo di guardare come si fotteva una vacca come me e mi penetrò. Si aggrappò ai miei fianchi e mi montò con tanta veemenza, sicuramente eccitato dalla presenza di mio marito.
Più urlavo, più mi sculacciava e mi dava ordini, avevo la fica e le chiappe in fiamme per quel trattamento. Da lì al letto il passo fu breve ora ero stesa supina sul letto con le gambe che pendevano, si piazzò sul mio corpo e cominciò a strusciare il cazzo intriso dei miei umori sulle mie tette, poi lo mise in mezzo e cominciò a farsi una sega, ogni volta che arrivava alla ...