In crociera, rimorchiata da un professore maturo di colore
Data: 29/03/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: LaCavalla, Fonte: Annunci69
... pomeriggio sbarcammo per un’escursione, c’'era anche lui, non si avvicinò mai a me e mio marito, ma ogni tanto, da lontano, i nostri sguardi si incrociarono. Notai che era da solo e non riuscivo a capire come mai un uomo potesse decidere di intraprendere crociera senza una moglie, una compagna oppure degli amici.
Quella notte avvenne qualcosa di impensabile per me fino a quel momento, assistevamo all'esibizione di un corpo di ballo spagnolo, stavamo tutti in piedi, mio marito Carlo aveva trovato posto appena davanti a me, alla nostra sinistra c'era una marea di persone e a destra una parete.
Ad un certo punto sentii qualcosa sulla mia anca sinistra. Chi poteva essere? Qualcuno che si voleva eccitare strusciando il suo cazzo sul mio culo? Pensai: ma come si permette questo porco. A parte il fatto che qualcuno se ne poteva accorgersene, mio marito stesso magari, anche se a lui avrebbe prodotto solo una bella eccitazione.
Lentamente girai la testa, era ancora lui. Mi arrabbiai moltissimo, portai la mano destra dietro la schiena nel tentativo di spingerlo indietro. Ma, il diavolo ci mise le corna, la mia mano andò sulla sua patta e toccai qualcosa di duro. Rimasi di stucco e sentii il sangue ribollirmi. Non ebbi la forza di togliere la mano da lì, forse nemmeno la volontà. Infatti, non so se più per lussuria o dalla voglia di un cazzo che mi facesse urlare di piacere o forse per entrambi le cose, presi a tastarlo con voluttà. Mi ero dimenticata che qualcuno potesse ...
... notarci, mi dimenticai pure di mio marito.
Il piacere di tastare quel cazzo durò solo qualche minuto, fino a quando l'esibizione del balletto ebbe termine e tutti applaudimmo.
Fu allora che mi accorsi che lui non c’era più, era sparito. Chissà cosa avrà pensato di me, cominciai a chiedermi. Pensai tra me, ma guarda che porco e io che scema a caderci.
Ci incontrammo un paio di volte, lui mi sorrideva ed io lo guardavo con gli occhi infuocati di rabbia. Carlo che è un po’ malato del gioco d’azzardo, volle fermarsi di nuovo al casinò. Non avevo voglia di stare chiusa lì dentro e decisi di fare un giro a guardare le vetrine dei negozi della nave. Appena fui sola e lontana dalla vista di mio marito, Marcel, questo era il suo nome, mi fu subito dietro e mi invitò a prendere qualcosa insieme al bar.
Ero arrabbiata per quello che avevo fatto così appena lo avevo avuto a tiro ne approfittai per chiedergli spiegazioni per quello che aveva fatto la sera prima al teatro. Ma Marcel con una calma serafica e con quel suo italiano dall’accento francese che lo rendeva ancora più intrigante, disse: ammetto che sono stato imprudente, ma non mi pare che ti sia dispiaciuto, sento ancora la tua mano che mi accarezza…
Ero turbata, stranita, non riuscivo più a capire cosa fare, come comportarmi, se raccontare o meno tutto a Carlo, nel frattempo eravamo arrivati al bar dove alla fine rimasi insieme a lui per più di una mezz’ora dove ci presentammo e scoprii che era un docente universitario, ...