In crociera, rimorchiata da un professore maturo di colore
Data: 29/03/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: LaCavalla, Fonte: Annunci69
... che aveva 58 anni, che si era separato tre mesi prima e aveva scelto di fare quella crociera proprio per svagarsi. Al che mi venne spontaneo chiedere: e come vorresti svagarti, importunando le mogli degli altri?
Sorrise ancora una volta. Rispose: no, ma quando si incontra una donna come te, che fa impazzire con la sensualità delle sue movenze, con il suo abbigliamento cosi provocante e, permettimi di dirlo, con un marito come il tuo che mi sembra molto più attratto dal gioco che da una femmina come te, come si fa a trattenersi? Ribadii a mia volta: dovrei essere lusingata da quello che mi dici? Comunque, cerca di finirla, mi stai mettendo in una brutta situazione, non sono abituata a queste cose. Ovviamente ero abituata e come e anche mio marito sarebbe stato ben lieto di vedermi scopata da quel bel maschione. Ma non volevo dargli soddisfazione.
Marcel, a sua volta: però quando l'hai stretto nel tuo pugno non mi sembravi tanto una santarellina, quasi mi facevi venire. Lo guardai imbarazzata e, non sapendo che rispondere, mi girai e me ne andai dicendo che raggiungevo mio marito al casinò.
Mentre mi allontanavo, mi chiamò e mi disse che lui la mattina seguente non avrebbe fatto l’escursione programmata. Me ne andai. Avevo capito benissimo il messaggio non tanto subliminale che aveva lanciato.
Intanto avevo raggiunto Carlo. Non passarono che cinque minuti che mi ritrovai, di fronte al tavolo da gioco, nuovamente la figura ingombrante di Marcel che mi fissava, mi ...
... divorava con gli occhi, avvertivo il suo desiderio di me. Fu in quel momento che le mie difese, il mio freno inibitorio cedette al desiderio di quel maschio cosi pressante e deciso. Mi sarei concessa, fatta prendere da quell’uomo, non ero riuscita, ancora una volta, a trattenere la mia voglia di maschio.
La mattina presto, Carlo mi chiamò per farmi preparare per l’escursione, ma gli dissi che stavo male e che non me la sentivo di sbarcare. Voleva rinunciare anche lui per stare con me ma lo convinsi ad andare. Spiai dal balconcino della cabina per accertarmi che tutti gli escursionisti salissero sui pullman e andai a fare la doccia.
Mi preparai con cura, indossai un perizomino stringato di colore nero, una gonna sempre nera corta fino a metà coscia e con un profondo spacco dietro, un paio di sandali con tacco da dodici centimetri e per concludere una blusa azzurra scollata, senza indossare il reggiseno.
Mi guardai attentamente allo secchio. Niente male, ero fiera di me, avevo un bel culo e un bel paio di cosce.
Erano le nove quando arrivai in terrazza per la colazione. Presi delle fette biscottate con il miele, una spremuta d'arancia e presi posto in un tavolo. C’erano pochissime persone presenti, la maggior parte erano sbarcate. Vidi arrivare Marcel da lontano, il cuore cominciò a battermi all’impazzata. Mi salutò e si sedette al mio tavolo senza nemmeno chiedermi il permesso. Ero inebetita, risposi al saluto quasi impacciata e, senza che me l'avesse nemmeno chiesto, ...