010 ancora su mia madre
Data: 15/03/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69
... sesso, quest’uomo campì il prodigio di unirlo all’amore.
Ma dalla sorte avevo preteso tanto.
Mi ero illuso che quell’amore sarebbe stato eterno. Il mio amore era il mio professore, e si chiama Goran, che nella sua lingua vuole dire “uomo della montagna”.
Mi sottrasse alle orge del refettorio che egli non amava. Mi depose come un fiore sul proprio letto e per mesi ci amammo.
No. Al direttore questo non poteva andar bene. Noi allievi dovevamo essere di tutti, e se pur la regola ammetteva delle temporanee eccezioni per il sollazzo privato con qualcuno dei docenti, noi cagne, così ci chiamavano, dovevano essere reintrodotte in canile al più presto e resi disponibili alla malagrazia di tutti i docenti.
Per questo motivo il nostro amore fu per qualche tempo clandestino. Goran riuscì a coprirmi, a sottrarmi dal nugolo di depravati sedicenti preti, e mi offrì il proprio talamo per concedermi a lui come femmina.
Si, femmina. E non mi vergogno a dirlo, perché l’amore per lui fece di me virile ampolla del suo seme. Mi abbarbicavo a lui nelle notti d’amplesso e incassavo i pesanti colpi dei suoi reni. Ed egli era tutto per me, era nervo in carne viva. Avvolte scoppiavo in singhiozzi per il mio stesso traboccar d’amore ed egli mi abbracciava, mi premeva il viso al suo petto, e spingeva senza mai fermarsi chiamandomi Amore.
Ero femmina. Ero femmina e pregna nelle ore fitte di lezione. Di giorno non potevamo certo concederci effusioni. Nulla e nessuno doveva sapere di ...
... noi. Era di notte che la passione deflagrava e con noi si accendeva il lampo primordiale della prima luce del mondo.
Ti amo mi disse. Me lo disse tra i teli sudati di lino bianco in una notte di pioggia.
Teli di lino. Sudari d’ amore.
Ma i sudari non sono lenzuoli.
Ma i sudari velano i corpi inanimati delle salme.
Forse fui io stesso ad uccidere quell’amore.
Giunse da noi in istituto un insegnante di nuoto verso il quale da subito provai una irresistibile attrazione sessuale. Era un uomo dalla complessione taurina e nonostante il mio Goran fosse di buon attrezzo, lo era parimenti anche questo mio nuovo insegnante. Ciò che mi attraeva in lui era la sua corporatura robusta, così grave nel suo muoversi terrestre, così veloce sotto l’acqua. Esercitava su di me un’attrazione fatale quello sguardo torvo che hanno gli uomini che hanno visto la guerra. Io cercai di lottare contro quella mia strana attrazione ma a quel tempo non avevo i mezzi per farlo. Ero poco più che un ragazzino, amavo il mio Goran e per nulla al mondo avrei commesso adulterio.
Ma evidentemente ciò non bastava. La mia timidezza esercitava all’ istruttore delle ambizioni dionisiache. Sapeva della tresca che intrattenevo col mio Goran e sapeva che fino a quando fossi stato un suo protetto, non avrebbe potuto avvicinarmi.
Era questa mia condizione di oggetto dei desideri più impuri che mi portò nei cunicoli sotterranei di una seduzione discreta quanto irreale. Era l’orco, nei miei sogni più ...