1. Godere nella vergogna xi


    Data: 12/03/2020, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... tornerai in Italia sarai un’altra e già ti vedo godere nella vergogna nella mani di chi ti conosce… quale sarà la fine della seria professoressa Mia?”
    
    In quel momento non capivo il senso di quella frase anche se mi vennero i brividi al solo pensiero. Un flash della sera al ristorante: e se quel viso noto, che mi era sembrato di vedere al tavolo di Gaston e poi era scomparso, fosse stato reale? No non poteva essere.
    
    Guardai fuori della macchina. Eravamo fermi vicino a un palazzotto in stile liberty abbastanza malandato, con una fioca insegna che si scorgeva a malapena.
    
    Immediatamente capii quello che era successo e portai le mani al mio viso quasi piangendo ripetendo a me stessa: “che cosa ho fatto? Che cosa ho fatto!” Ripensai velocemente a Rodolfo con un forte senso di colpa.
    
    Senza curarsi del mio stato Gaston scese dalla macchina e mi venne ad aprire. Mi fece scendere e entrammo in quello che sembrava un alberghetto a ore.
    
    Ormai ero un automa, un giocattolo, un cagnolino che seguiva il suo padrone senza nemmeno chiedere dove mi stesse portando.
    
    Salutò il tipo che era seduto dietro al bancone e, prendendomi per un braccio,salimmo una rampa di scale sulla sinistra dell’entrata. Poi entrammo in una porta con un cartello con scritto “Privée” passando quindi in una piccola stanza che aveva sulla destra una scrivania, una poltroncina e, in fondo, un’altra porta.
    
    Passammo anche di là e entrammo in una specie di ballatoio molto illuminato, pareti lisce e un ...
    ... varco proprio di fronte, a una decina di metri di distanza.
    
    La luce improvvisa non mi fece distinguere immediatamente altro, tranne la presenza di un corrimano che si affacciava su un grande ambiente molto illuminato. Ma appena misi a fuoco per bene mi sentii gelare e mi fermai terrorizzata.
    
    Sotto si vedeva chiaramente una saletta con poltroncine, poltrone e tavolini. Diverse persone erano sedute intente a parlottare tra di loro con bicchieri colmi poggiati sui tavolini. Non si distingueva nient’altro. Doveva trattarsi forse di una sala da the o di un bar, di cui, però, non si distingueva il banco.
    
    Mi fermai immediatamente. Non potevo certo attraversare quel ballatoio vestita in quel modo con un miniabito stropicciato e lercio, senza contare che ero anche senza mutandine.
    
    Gaston mi strattonò ancora.
    
    “Non posso passare – dissi con un filo di voce – non posso. Sotto sono nuda, mi vedranno tutti.”
    
    “Non fare la stupida – disse Gaston col suo solito sorriso – fino ad ora non hai fatto altro che mostrarti, hai masturbato degli sconosciuti, mi hai fatto un pompino in macchina incurante della gente che poteva vedere e ora ti vergogni?”
    
    “Non ce la faccio, davvero non ci riesco.” dissi con sempre minore convinzione.
    
    Gaston mi prese ancora per il braccio e iniziò a camminare.
    
    Fui costretta a seguirlo. Ma che dico? Fui costretta? Non è la verità, lo seguii e basta, senza più cercare un minimo segno di protesta. Forse dovevo solo vergognarmi per quello che stavo ...
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