1. Godere nella vergogna xi


    Data: 12/03/2020, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... facendo.
    
    Un minimo senso di pudore mi prese tirando giù quel poco di stoffa che restava del mio vestitino cercando di camminare più velocemente.
    
    Lui tolse le mani dal vestitino e mi fece rallentare, anzi camminò con una lentezza quasi esasperante mettendosi all’interno ed io proprio vicino al corrimano.
    
    Non guardai in basso, ma immaginavo comunque gli occhi di quelli che stavano di sotto che mi osservavano forse anche con desiderio.
    
    A metà del ballatoio Gaston si fermò.
    
    “Lo so che ti stai eccitando – mi disse accarezzandomi una coscia – so che ti piace essere guardata e desiderata.”
    
    Sentii la sua mano passare all’interno delle cosce e sfiorarmi il mio sesso scoperto e quindi le sue dita toccarmi con più decisione.
    
    “Lo vedi? – disse mostrandomi le dita bagnate del mio umore – sei tutta bagnata, sappiamo benissimo che sei una troia e che ti piace tutto questo,e che ti piacerebbe sederti tra quei signori, cerca di avere pazienza, la notte è ancora lunga.”
    
    Riprendemmo il cammino mentre la mia mente non poteva fare a meno di dargli ragione. Forse il mio corpo non rispondeva a quello che la mia educazione, la mia posizione mi avevano accompagnata fino alla partenza per Parigi. Avevo la mente di una persona seria e morigerata in un corpo da troia che non rispondeva più.
    
    Facemmo qualche altro passo quando dal passaggio di fronte comparve una figura maschile, un uomo abbastanza attempato, forse vicino ai settant’anni. Ci fermammo, l’uomo ci ...
    ... raggiunse.
    
    “Allora – disse rivolgendosi a Gaston – è lei?”
    
    “Sì – rispose Gaston – che te ne pare?”
    
    “Decisamente è molto bella – disse l’uomo guardandomi e girandomi intorno come se fossi un oggetto da esaminare – ma credi che riuscirai a trasformarla ed avere la sua assoluta ubbidienza?”
    
    Non potevo credere alle mie orecchie, ma chi ero per loro? Un cane? Forse una cagna? E parlavano di me come un animale da addestrare. Mille pensieri mi passavano per la testa, avrei dovuto protestare, fare qualcosa per fermarli, ma non riuscii a dire nemmeno una parola, anzi mi lasciavo guardare da quell’uomo senza ribellarmi.
    
    “Secondo me è una vera e propria cagna in calore – continuò Gaston – si eccita subito e anzi ancora di più quando viene umiliata.”
    
    “Se è così – disse l’uomo fermandosi davanti a me – lasciami controllare?”
    
    “Tu non hai bisogno di chiederlo, accomodati pure.” Rispose Gaston.
    
    Il cuore mi scoppiava in petto, la vergogna aumentava e il mio stato di eccitazione anche. Eppure stavano parlando di me come di un oggetto, forse di proprietà di Gaston, il vecchio aveva chiesto a lui il permesso di toccarmi, come se io non contassi più, che dovessi solo subire e ubbidire senza nessuna reazione se non quella di dar piacere a un altro.
    
    Così quell’uomo mi mise una mano sulla tetta ed iniziò ad accarezzarla. Senti un brivido corrermi lungo la schiena ed il capezzolo irrigidirsi sotto la pressione della sua mano. Inebetita e presa da un insano piacere mi lasciavo toccare. ...
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