Cirano - Un racconto di tacco e spada
Data: 01/03/2020,
Categorie:
Feticismo
Autore: pink_, Fonte: EroticiRacconti
... ai propri più intimi ricordi.
Cirano guarda la sua Rossana e capisce che ancor più disonorevole sarebbe lasciarla orfana del piacere che tanto attende e se c’è da esser vili, tanto vale farlo nel modo migliore possibile. Tanto vale dare finalmente a quella dea il ruolo che le compete, iniziando il suo duello inginocchiandosi di fronte a lei.
Cristiano osserva e non capisce, che lui davvero non si inginocchierebbe mai per nessuno, ciò che non può capire e che, a ritrovarsi al cospetto di una divinità, non c’è niente di più bello da fare, se non adorarla.
Le mani ora, quelle mani grosse e delicate, orrende e raffinate, si muovono lente e raggiungono la scarpa di vernice, la sollevano piano e con essa la gamba affusolata; utilizzare l’oggetto come mezzo per arrivare al corpo e, in questo modo, dargli un valore quasi sacro. Un pianista e la sua tastiera, attraverso cui risvegliare la musica.
Uno spadaccino e la sua lama, fedele compagna di ogni tenzone d’onore.
Le dita che iniziano a percorrere le linee arcuate della calzatura, si perdono a misurare la vertigine del tacco e – di tanto in tanto – sfiorano (in)volontariamente la pelle, calda, avvolta nella calza.
Al bel Cristiano sembra tutta una gran perdita di tempo, per Rossana invece il tempo non ha mai avuto lo stesso significato. Se ne sta lì, a bocca aperta, stupita dall’improvvisa trasformazione avvenuta a quel giovanotto, tanto spaccone a parole e tanto signore nei modi, così intenso in ogni gesto che ...
... ora, di colpo, sentir le sue mani che sfilano la scarpa, le trasmette un fremito inaudito, lo schiocco del tallone che perde il suo rifugio è un brivido che le corre sulla pelle.
«Ti piace?» dice lo sciocco fingendosi sé stesso, mentre osserva quelle mani da orco che lasciano scorrere la scarpa lungo la pianta, risalendo, come a svelarla al tempo lento di un sipario, graffiando la pelle con la pelle, lasciandola raggrinzire d’emozione.
Lei annuisce senza niente da dire, che mai in vita sua si è sentita così giusta, protagonista di un momento assolutamente perfetto.
Sorride, si scioglie lentamente, muove appena le gambe e lo struscio delle calze diventa una carezza che scivola dietro le orecchie di ogni spettatore.
Ma quello è solo un piede, no? Con così tanti tesori nascosti nel corpo di una donna cosa te ne fai di un piede? Stolti – pensa Cirano – questo è un gioiello, finemente modellato come a rappresentare le linee conturbanti della donna che lo possiede. La forma del piede di Rossana riempie la scena con prepotenza, libera di farsi ammirare, come femmina nascosta fra la plebe. Là dove la regina si mostra umana, nascosta agli occhi di tutti e per questo ancor più preziosa, così nobile nella sua volgarità che ora il nostro protagonista si inchina e inizia ad annusarla forte.
Se mai potrò averti, o mio diletto, inizierò a divorarti dal tuo profumo, essenza di te, ciò che ti appartiene inconsapevolmente, l’alone del tuo corpo che è in ogni cosa che fai.
Due ...