Cirano - Un racconto di tacco e spada
Data: 01/03/2020,
Categorie:
Feticismo
Autore: pink_, Fonte: EroticiRacconti
... trasferimento, sparendo dalla scena, proiettato verso donne più facili da impressionare, di quelle a cui basta aprire le cosce e fare un po’ di ginnastica, così, tanto per sentirsi più forti.
Ormai soli, il mostro e la regina, amici educati e affettuosi che in un tempo che non esiste sono stati animali affamati, vogliosi di ritrovarsi e per sempre impossibilitati a farlo. E se anche lui avesse tradito il proprio onore, se avesse spezzato la promessa fatta al suo amico, lei come avrebbe reagito? Ne sarebbe stata inorridita? O lo avrebbe accolto, superando lo sconcerto del suo corpo orrendo?
Fino al giorno in cui Cirano, ormai vecchio e ancora più solo, andrà in pensione, fremendo nell’ultimo saluto alla sua triste dea, in quell’istante in cui avrebbe potuto dire tutto, dicendo invece solo «Addio».
Il dramma volge al termine, con Rossana, di colpo senza passione e senza amico, in piedi fra due scrivanie ormai vuote, vecchi ricordi e ancora tante domande.
La sedia di Cristiano, col suo bel sorriso e le sue battutine sconce, il tavolo che invece era di Cirano, saggio e premuroso, sfiorarlo con la mano, ritrovarsi casualmente ad aprire un cassetto e lì, ritrovare qualcosa di insolito, qualcosa che la sorprende, un flacone di acqua alle rose ormai quasi vuoto, testimone degli anni passati ad ...
... annusarlo nell’effluvio di un dolce scandaloso ricordo.
Così lei lo apre, con faccia incerta, lo annusa, si guarda le gambe, avverte una scossa dentro le scarpe e, mente l’ultima pagina si volta, sul suo viso fiorisce rosso lo spettro del sospetto.
Caro Edmond, illustre collega, chissà se il viaggio le è piaciuto, chissà se sul suo volto insiste ora lo sguardo serio di un rimprovero o il sorriso sornione di chi ha capito che questo, alla fine, è stato solo un gioco.
In tal caso è mia premura rammentarle la promessa che mi ha fatto, quella carezza alla fine della nostra passeggiata, un gesto da vero gentiluomo, un bacio fugace sulla mia mano per prendere congedo.
Beh, mi perdoni, io ho da proporle qualcosa di diverso, io non perdono e tocco, mi sfilo quindi il tacco, le porgo il mio piede così che lei possa poggiarci sopra le sue labbra.
D’altronde, la sua penna è stata così abile da fare ciò a cui ogni scrittore ambisce, definire le cose e renderle immortali.
È stato proprio lei, amico mio, a dire che un bacio, non è altro che un apostrofo
c’è solo da capire perché,
abbia deciso di renderlo proprio rosa…
Sono tempi moderni questi
e anche se sembrano bizzarri
io le assicuro che possono essere molto,
molto piacevoli.
Ossequi
p’ink_
https://youtu.be/ftknR1gf9qw