Cirano - Un racconto di tacco e spada
Data: 01/03/2020,
Categorie:
Feticismo
Autore: pink_, Fonte: EroticiRacconti
... perversa.
Così allunga le gambe, prova a graffiarlo coi piedi, così lui apre la bocca e inizia a mangiarli, a leccarli, si fa mostro per lei, così che lei diventi ancora più bella.
Rossana, dolce Rossana, angelo senza occhi a bruciare più del fuoco, com’è bella quella bocca famelica, com’è grande, sembra voglia divorarla, che pazzo il giovane Cristiano, chi lo avrebbe mai detto che anche in lui ci fosse un demonio nascosto, capace di accenderla in un modo che mai aveva conosciuto, troppo stanca delle banalità che da sempre le propinano, troppo ingorda di emozioni diverse. Regina abusata, donna e ragazza si ritrovano tutte insieme, elettrizzate all’idea di sentirsi così porca.
Li spinge quei piedi divini, quasi a riempirgli la bocca, quasi a soffocarlo, la bava gli imbratta le calze che quasi sembrano più belle, di sicuro ora assolutamente uniche, per sempre marchiate, ecco un altro gemito e poi un dolce sorriso, due facce dello stesso viso acceso.
Così stravolta da sé stessa che ora è lei a zittire la platea, piegando la bella gamba in linee da gatta, spingendola verso il basso, andando a toccare quel giovanotto lì dove si fa uomo, come a sfidarlo, come a volerne ancora di più, di tutta quella splendida indecente follia.
«Cosa.. cosa vuoi fare?» balbetta la voce ma il corpo ha già chiare le sue mosse. I due uomini ora si guardano, in silenzio, non si capisce se per chiedere il permesso di spingersi oltre o per ricordare, un’ultima volta “lo sto facendo per ...
... te!”.
A quella sciocca domanda lei risponde continuando ad accarezzarlo e sa che a lui piace, lo sente, lo percepisce forte quell’invito a continuare. Cirano chiude gli occhi, così rapito dallo strisciare del piede sulla patta gonfia dei propri pantaloni che ora gli scappa addirittura un grugnito.
Per lei è l’ultima conferma, al bel Cristiano quel gioco piace, vorrebbe quasi togliersi la benda per godersi le sue espressioni ma ricorda di aver fatto un patto, gli occhi chiusi nella notte per accendere ogni più piccola sensazione.
Così il piede si fa cuneo, arma da duello, l’alluce di rosso dipinto scorre lungo la zip per suggerire la prossima impudenza e un uomo d’onore non si tira mai indietro di fronte a una sfida.
Le grosse mani raggiungono la patta, le dita da orco la aprono e il teatro emette un sospiro.
Monsieur Rostand, divino Maestro, lei forse potrà negarlo ma sappia che io non le crederò. Non sono una damigella dei suoi tempi e per queste cose di certo non mi turbo, io lo so, io sono certa, che nell’enorme naso che ha dato al suo Cyrano c’è un evidente richiamo fallico, voleva un uomo virtuoso e lo ha così conciato, così che tutto fosse chiaro senza mai essere esplicito.
Ma io non scrivo per il mondo, no grazie, non allieto le serate dei nobili signori, oh no, grazie, e se mi piego sul foglio non lo faccio di certo per offrirmi alle lingue adoranti, no, grazie, no!
Io scrivo per chi non si fa scandalo della mia libertà, io non perdono e tocco, non ho ...