1. Osteria del "Gallo d'Oro"


    Data: 26/02/2020, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    ... sovrastando il suo cavaliere di un paio di spanne, lo guarda impietosita, cercando il modo di aiutarlo.
    
    “Ragazze, si è fatta una certa!” Faccio notare indicando l'orologio.
    
    “Ma non vorrete rimanere così, a metà, voi due?” Ci fa notare Serena.
    
    “E l'impotente, qui?” Lucrezia indica col mento l'ultimo dei cinesi, che, tenendosi la banana in mano, ci guarda con un'espressione di implorazione.
    
    “Facciamogli vedere come fanno le donne italiane!” Il lampo di genio di Serena.
    
    “Sì, proprio italiane D.O.C.!” Aggiungo io. Ma non entriamo troppo nei dettagli.
    
    Lucrezia mi ribalta sul letto, mi si avventa addosso e mentre con una mano mi regge la nuca, con l'altra mi affonda le unghie in una tetta. Le nostre bocche conducono a un incontro di culture e lingue di diversi continenti.
    
    Serena mi si infila tra le gambe e con la lingua mi esplora fino al fornice vaginale.
    
    Sotto l'attacco di queste due pantere scatenate, in pochi minuti comincio a urlare l'inno nazionale del Giappone, e mentre esplodo di zampilli come un'eruzione dell'Etna, Serena ripete il trattamento alla friulana. Tra esclamazioni in cui la parola “mona” la fa da padrona, la bionda di Udine esegue un repertorio di musica lirica da prima della Scala.
    
    Poi, insieme io e la sorella, foderiamo di lingua la donna nata tra la via Emilia e il West e diamo ragione al detto “non c'è due senza tre”, con il terzo orgasmo in cinque minuti. Se non contiamo i due mandarini e il primo della modenese.
    
    Rimaniamo ...
    ... sudate e abbracciate a baciarci e accarezzarci, e solo quando riprendiamo il senno ci accorgiamo del cameriere che ancora se lo sta menando, senza però arrivare al dunque.
    
    “A mo' l'è chi, ches'chi?” Ormai i dialetti si mescolano, ma sentire una jap che parla milanese, questo neanche il compagno Cià Cià Cià l'aveva mai sperimentato.
    
    “Oh, zio! Vuoi una mano?”
    
    In breve circondiamo l'uomo più fortunato dell'anno della Tigre.
    
    Serena ci mette tutto il suo impegno e la sua decantata maestria e, meglio di un'idrovora, inizia al cinese un pompino da risucchiargli anche l'anima. Lucrezia gli infila la lingua in bocca facendogli un'ortopantomografia, la famosa “panoramica” a tutta l'arcata dentaria.
    
    E, infine, io, mentre gli infilo un ditino nel culo, lo ricopro di succhiotti che alla fine sembrerà un malato di vaiolo.
    
    Il cinesino esplode in un orgasmo come i di fuochi d'artificio sotto il Vesuvio quando il Napoli di Maradona ha vinto lo scudetto. Altrochè i giochetti con la polvere da sparo nella città proibita del Celeste Impero.
    
    Per non lasciare nulla di incompiuto, Serena, addirittura, si esibisce in gargarismi e gorgheggi prima di eiettare un getto di panna sul tappetino di cui sopra.
    
    “Mo' va a cagher!” E liquida anche il terzo cinesino.
    
    Tutte e tre, nude, in piedi sul letto, sole e vittoriose, contempliamo il campo di battaglia in cui tre relitti vanno alla deriva nel mar Giallo, in preda a un sommesso russare.
    
    “Pari e patta!” Concludo, volgendo uno ...
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