1. Osteria del "Gallo d'Oro"


    Data: 26/02/2020, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    La situazione si fa estremamente tesa.
    
    Il cassiere è andato a chiamare il direttore del ristorante. O almeno noi pensiamo che sia qualcosa di simile. Un tizio alto e smilzo con dei baffetti mosci e una barbetta caprina che mi ricorda vagamente Ho Chi Minh, ma con due borse sotto gli occhi e un campionario di rughe sul collo che mi riportano alla mente la statua del Buddha digiunante.
    
    I due discutono animatamente. Si fermano ogni tanto a squadrarci tutte e tre da capo a piedi, con uno sguardo che insiste in modo particolarmente ostentato sui nostri seni e sui nostri fianchi.
    
    “Tu riesci a capire che cosa stanno dicendo?” mi chiede Serena bisbigliandomi all'orecchio, ma il cassiere, che probabilmente è anche il capo dei camerieri, se ne accorge e la fissa un attimo con uno sguardo che ora svela un po' di preoccupazione.
    
    Io porto l'indice alle labbra per far capire alla modenese di tacere e mi concentro sul dialogo in cinese.
    
    I due mandarini ora guardano me e lo sguardo accigliato cede a un sorrisino forzato. Notano la mia espressione attenta al dialogo, si guardano in faccia tra di loro, poi mi fanno un inchino gentile e, su indicazione del direttore del locale, il cameriere parte di corsa verso la cucina.
    
    Lo spilungone si allontana un attimo e si frega le mani con una fastidiosa espressione soddisfatta che non promette nulla di buono.
    
    “Allora, Yuko, ci hai capito qualcosa?” Mi ripete Serena, che si è riavvicinata al mio orecchio.
    
    “No, non ci ho capito ...
    ... proprio nulla.” Mi tocca ammettere.
    
    “Ma come?” Si inserisce Lucrezia. “Sembrava che stessi seguendo i loro discorsi!”
    
    “Eeeh, facevo solo finta, ma giusto per metterli un po' in guardia e non giocarci troppi scherzi. In fondo che cosa ne sanno loro che io non capisca la loro lingua, anche se sono giapponese?”
    
    “Ma appunto, zio bello, non vi intendete fra di voi?” Insiste l'emiliana.
    
    “Tra giapponesi e cinesi?”
    
    “Eh! Non siete lì appiccicati?”
    
    “Ma guarda, Serena, a parte che la Cina è grande più o meno come l'Europa, ma al di là di una serie di ideogrammi kanji, che si scrivono nello stesso modo, la lettura e la pronuncia è completamente differente.”
    
    “Ma non è tutta la stessa solfa?”
    
    “Ma no. È come se ti dicessi che un finlandese può capire l'italiano!”
    
    “O come uno scozzese che riesce a comunicare con un greco!” Rincara Lucrezia per chiarire il concetto.
    
    “O come un portoghese che discorre con un polacco!” Aggiungo io.
    
    “O un islandese che parla il serbo-croato!” Lucrezia.
    
    “O un albanese...”
    
    “Bona lè! Ho capito!” interrompe infine l'emiliana, e si mette a ridere. “Veh, Yuko, fat mia sgamer!”
    
    “Ma mi sa che mi hanno già sgamato da un pezzo. Però voglio lasciare loro il dubbio, almeno per contenere i danni.”
    
    Intanto il cameriere è ritornato accompagnato da un omone gigantesco, decisamente obeso, il cranio pelato e lucido di sudore. Il tizio si presenta vestito di una maglietta completamente pezzata, che un tempo sicuramente doveva essere ...
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