Surfin' - 8
Data: 28/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti
... in bocca tenendogli la faccia ferma con le mani.
Nonostante tutto non ho un piano, una voglia precisa. Visto il modo improvviso in cui mi ha invasa, credo che mi lascerei sbattere in piedi come una troia di strada. Ma nei miei pensieri fanno irruzione le parole di Gretchen, il suo racconto. Nei miei occhi chiusi si definisce nettamente l'immagine di Felipe che la prende con la sua bestia sovradimensionata e lei che non riesce nemmeno a urlare perché ha in bocca quella di Patrick. Mi libero dalla scopata digitale ritrovandomi in ginocchio quasi senza rendermene conto, così come quasi senza rendermene conto gli abbasso il costume di forza, rinunciando a slacciare il cordino. Da questo momento lascio fare all’istinto, al talento, alla congenita troiaggine. Il sapore del sale sul suo cazzo, la sua voce che ripete "salope" mentre glielo inondo di saliva dopo avergli lappato i testicoli. Gnam.
La fine è già scritta: ingoio tutto guardandolo dal basso in alto, con un sorriso. Lo stesso sguardo insieme perverso e innocente con cui ho agganciato i suoi occhi prima di affondarmelo e arrivare con le labbra a toccare i suoi peli pubici. Lo stesso sorriso da zoccoletta impunita con il quale gli ho mostrato quanto del suo seme sono riuscita a trattenere in bocca, tenendogli il cazzo in mano come a dirgli “aspetta, devo finire, devo pulire per bene”. Peccato aver dovuto affrettare i tempi, ma il luogo lo imponeva. Peccato perché avrei voluto essere sensuale e provocante più a lungo, ...
... passare più a lungo le mani su quell'addome scolpito, farmi desiderare e farmi ammirare di più.
Peccato anche perché mi stava piacendo da matti. Come nei pompini più riusciti, ciò che lui può avere scambiato per generosità, se non sottomissione, è stata una avida e spontanea ricerca del mio personale piacere. Ciò che lui nella sua maschile sicumera avrà creduto essere provocati dalle sue spinte, erano i mugolii espressi dal mio personale godimento. Anche troppi e anche troppo sonori, qualcuno fuori potrebbe avere sentito. Ma non me ne frega nulla e in ogni caso non avrei potuto evitarli. Come non me ne frega nulla che lui ignori che sono stata io, secondo dopo secondo, a controllare e comandare la sua corsa verso il delirio finale, persino quando aveva la mia testa tra le mani e tirava e spingeva, tirava e spingeva. Avrà pensato che mi stava scopando la testa, ma certo, da vero maschio alfa. Che lo pensi pure, anzi ne sono felice. Io invece non pensavo a nulla, ho lasciato fare alla mia natura. Anche quando ho chiuso la partita: succhi, risucchi, affondi e colpi di lingua. Appena una quindicina di secondi dopo aver sentito il suo respiro farsi più affannato, i suoi glutei marmorei contrarsi sotto le mie mani, i suoi occhi socchiudersi. Così come, fatta eccezione per il primo spruzzo finito direttamente in gola, non posso dire di avere scelto di custodire per un po' nella mia bocca il suo premio. L'ho fatto e basta, accogliendo scarica dopo scarica l'agognato tesoro, quello ...