Frate martino - 1
Data: 20/01/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... goduriosi, che sfuggivano al ragazzo.
“Vuoi che ti faccio godere?”, chiese alla fine Wolfango e gli si inginocchiò davanti, cominciando ad armeggiare con i lacci della braghetta per tirargli fuori l’uccello.
A Martino brillarono gli occhi dall’eccitazione, ma:
“Facciamo un altro gioco.”, propose, cavandosi intanto il pennello dalla custodia.
“E quale?”
“Facciamo come i cavalli, che tu sei la giumenta e io lo stallone…”
Non aveva ancora finito di parlare, che già diventava tutto rosso: cosa diavolo gli era saltato in mente? Ma l’altro batté le mani eccitato:
“Sì, facciamolo… facciamolo…”
Allora, Martino lo fece mettere a quattro zampe, gli sputò un paio di volte sull’orifizio, spingendo dentro la saliva con le dita, quindi gli si posizionò alle spalle, gli puntò l’uccello sul buco del culo e diede un affondo deciso.
Il buco era rotto e l’uccello di Martino avanzò agevolmente per un certo tratto, ma pur non avendo ancora raggiunto la piena maturità, era alquanto più grosso delle due dita abitualmente introdotte da Alterio, onde Wolfango boccheggiò e si irrigidì al dolore, che non si aspettava. Accorgendosene, Martino fu tentato di retrocedere, ma per fortuna non lo fece, perché subito dopo, passato lo shock, il piacere di quell’inserzione, così diversa dal solito, prevalse e Wolfango stesso cominciò a spingere indietro il bacino, quasi volesse venire incontro al cazzo che lo stava stuprando.
Neanche Martino si aspettava un piacere così diverso ...
... dalla solita sega, così totalizzante, mentre ci dava dentro, martellando come un forsennato sul culo della sua giumenta. Venirgli dentro, poi, fu come toccare il cielo con un dito, fu l’estasi assoluta. Lo fecero ancora, quel giorno e il giorno successivo, divenendone Wolfango ogni volta più ingordo.
La situazione precipitò col ritorno di Alterio la mattina dell’ottavo giorno. Martino già pregustava il momento in cui si sarebbero ritrovati tutti e tre nel fienile per riprendere i loro giochi, quando d’un tratto l’uomo si precipitò nella stalla, lo afferrò per un braccio e lo trascinò in un cantone, fuori dalla portata degli altri garzoni e stallieri.
“Ma cosa hai combinato al ragazzo?”, gli soffiò rabbiosamente in volto.
“Di che parli?”, balbettò Martino.
“Il ragazzo… te lo sei inculato?”
“È stato lui a portarmi nel fienile e se l’è lasciato fare…”, tentò di giustificarsi Martino.
“Ma cosa ti è passato per la testa?”
“E tu, allora?”
“Io? i nostri erano giochetti da niente! Tu te lo sei scopato, razza d’imbecille! Lo hai sconciato, non è più un uomo…”
Martino si sentì tremare le gambe: se il Barone fosse venuto a saperlo, lo avrebbe fatto squartare fuori dalle mura del castello!
“Come lo hai scoperto?”, balbettò.
“L’ho scoperto perché è venuto a raccontarmelo… e voleva che andassimo subito nel fienile… voleva che lo inculassi pure io! Quell’idiota è fuori controllo… Quando gli ho detto di no, ha cominciato a urlare che avrebbe detto tutto a suo ...