Quando ho capito di essere sfigato – la ragazza di Caserta conosciuta in chat – prima parte
Data: 19/01/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Sensazioni
Autore: verginello93, Fonte: RaccontiMilu
... modo. Ti conosco da poco, ma credo di volerti bene, sei un ragazzo molto gentile, educato, sensibile e che, in fondo, ha pagato un prezzo anche troppo salato con le ragazze, perché in quei 10 minuti in macchina all’andata ho avuto modo di capire che tipo sei. Al di là delle tue fantasie da schiavo, penso che in realtà tu abbia sofferto davvero troppo e che quella sofferenza non fosse per niente meritata, oltre ad essere eccessiva ed ingiustificata”. Incredibile, passava dall’essere una padrona senza scrupoli ad un angelo nel giro di 10 secondi, quasi come se usasse il bastone e la carota, come si suol dire. Io dissi commosso ed ancora inginocchiato davanti a lei: “padrona, non so davvero cosa dire…”. Lei mi disse: “Lo so, è normale… vedi, io sono la tua padrona e tu sei il mio schiavetto sfigato, questo voglio che lo tieni ben in mente… ma sappi che io non intendo ferirti né farti del male in alcun modo e sappi che per qualsiasi cosa ci sarò io. Anche se volessi solo parlare di qualsiasi cosa, parleremo… sono la tua padrona, ma voglio anche che tu mi consideri un’amica intima con cui poterti confidare, perché forse ti è mancato anche quello quando eri più ragazzino. Credimi, mi dispiace davvero tanto per ciò che ti è successo, è stato orribile che tu sia stato rifiutato ogni volta, soprattutto per il modo in cui è avvenuto in alcuni casi, e mi rendo conto che, purtroppo, in giro ci sono delle stronze senza scrupoli che non sanno davvero quanto dolore possano infliggere o ...
... magari lo sanno e lo fanno lo stesso per il puro gusto di farlo”. Io, commosso, risposi: “Grazie, padrona”. Lei mi dissi: “di niente, schiavetto, tu sei MIO, solo e solamente MIO e nessuna dovrà più ferirti”. Ero incredulo: avevo trovato una padrona ed un’amica allo stesso tempo e per di più era pure una gran figa! Continuò lei: “dai, ora rivestiti, che ti accompagno alla stazione a prendere il treno”. Lei, mentre si tirava su il top per coprire le sue tette ed io mi rivestivo, disse: ” ah, quando sei fuori da casa mia, salvo non ti ordini diversamente, puoi chiamarmi Francesca, va bene?”. Io risposi: “Sì, pad…cioè, Francesca”. Lei, facendo un sorrisetto tra il dolce ed il malizioso, mi disse: “dai, non ti emozionare troppo, avrai modo di farlo prossimamente…” Uscimmo di casa, salimmo in macchina (ovviamente io la aiutai a salire in macchina tenendola per mano come avevo fatto all’andata) e per altri 10 minuti parlammo del più e del meno per conoscerci meglio. Arrivammo poi alla stazione e, mentre scendevo dalla macchina, mi disse: “Mi raccomando, fai il bravo e cerca di stare bene… tu per me conti e fidati che questo non lo dico a tutti, nemmeno a quelli che mi scopo. L’unico ordine che ti do è quello di non segarti fino alla prossima volta che ci vediamo, puoi farlo solo con me ed alle mie condizioni… chiaro?”. Risposi: “Sì, Francesca, farò come vuoi”. Lei, dandomi l’ennesimo bacio sulla guancia, mi disse: “bravo, schiavetto. Dai, ci vediamo. Ciao e… stammi bene”. Sceso ...