Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (12)
Data: 15/01/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
... sottomesso sussurrai quel “Sì” che ribadiva la convinzione della mia condizione e sanciva il fatto che piano piano me ne stavo facendo anche una ragione.
“Io sono Jamaal – la voce tornò a farsi sentire – ti ho visto questa notte nel mio albergo, sono un macaron, come dicono qui in Francia, le ragazze battono per me e anche tu batterai. Quando Gaston o il suo amico Cosimo lo vorranno, sarai affidata per qualche tempo a me. Io amo le signore per bene come te, docili, disponibili e sottomesse, ma voglio che tu sappia che non sarò tenero con te se soltanto oserai ribellarti. Hai capito?”
Sempre col capo chino e col tono ancora più sottomesso, sussurrai ancora una volta quel “Sì” che sanciva la mia condanna.
“Ma prima di tutto – continuò con lo stesso tono – voglio sapere cosa ha spinto una signora per bene come te ad arrivare fin qui?”
Quasi come un automa ripetei ancora una volta quel “doveva essere solo un gioco” che io stessa mi rendevo conto fosse una ormai una scusa stupida e banale, perché il mio corpo non rispondeva più come prima, sentivo la tensione, avvertivo la vergogna, ma provavo anche qualcosa nel basso ventre e nel mio cuore che mi spingeva a proseguire.
“Questo lo hai già detto!” Disse ancora una volta la voce.
“Ha ragione, mi scusi – mi affrettai a dire con sottomissione – il fatto è che all’inizio doveva essere davvero solo un gioco, un gioco forse pericoloso e troppo audace, tanto che io non avrei dovuto nemmeno iniziare, ma che poi ci ...
... ha presi la mano.”
Respirai profondamente per superare la vergogna che mi stava prendendo nel raccontare cose così intime. Poi proseguii.
“Volevamo passare una serata diversa, una serata trasgressiva dopo tante giornate monotone. Doveva essere una serata completamente al di fuori dei soliti canoni che ci imponeva la nostra vita quotidiana. Forse, anzi sicuramente, ci siamo spinti oltre e non abbiamo mai avuto la forza di fermarci.”
Feci un’altra pausa che permise a Jamaal di farmi la domanda più logica.
“Non avete avuto la forza o forse non volevate affatto fermarvi?”
Alzai per un attimo il capo come per riprendermi quel poco di orgoglio che ancora mi era rimasto, poi ritornai al mio tono sottomesso.
“Quel gioco ci ha preso la mano – dissi con voce tremante – era troppo eccitante e abbiamo lasciato che le cose andassero avanti, senza immaginare che ci avrebbero condotto a questo. Abbiamo cercato qualche volta di fermarci, ma ogni volta con meno convinzione e ora siamo arrivati a questo punto.”
Altra pausa e altra domanda di Jamaal.
“Parli sempre al plurale, come se la cosa dipendesse da tuo marito e da te, in pratica da entrambi, ma tu perché hai voluto continuare? Mi interessi tu, mi interessa il tuo pensiero e non quello di tuo marito.”
“Io … io – biascicai con vergogna e sottomissione – io … mi … ero presa da quello che facevo … mi piaceva quello che facevo … mi piaceva sempre di più.”
“Anche quando ti hanno chiusa nel glory hole ti è ...