Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (12)
Data: 15/01/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
Lunghissimo capitolo che precederà il successivo intervallo estivo prima del prossimo capitolo
MIA
Restai immobile fino a quando non sentii aprirsi la porta, percepii che qualcuno si stava avvicinando, prendeva il guinzaglio e alla fine sentii uno strattone, come per ordinarmi di seguirlo. Seguii la direzione del guinzaglio e, dopo aver passato la porta, una voce femminile mi chiese se fossi la schiava di Gaston.
Risposi di sì, ma lei mi strattonò con forza dicendo che non aveva capito.
“Sono la schiava di Gaston.” Dissi alla fine.
Quella donna mi disse di seguirla e io seguii sempre la direzione del guinzaglio.
Seguivo quella persona senza sapere chi fosse, forse Gaston, forse la cassiera o anche il commesso del negozio. Non vedevo dove andavo, sentivo solo il pavimento sotto i miei piedi che camminavano scalzi.
Dopo un lungo corridoio ci fermammo, sentii una porta che si apriva, poi due mani che mi tolsero la benda e finalmente ritornai a vedere: ero in una stanzetta piccola, stretta e lunga, più o meno un piccolo corridoio, ai lati, a diverse altezze, si aprivano dei buchi tondi dal diametro variabile.
La donna agganciò il guinzaglio a un gancio sulla parete.
“Per prima cosa – disse in un italiano un po’ stentato – guai a staccare il guinzaglio dal gancio. In questi buchi i clienti infileranno la loro “bitte” il loro cazzo che tu dovrai succhiare o masturbare fino a farli godere. Non dovrai avere problemi col guinzaglio, è della lunghezza ...
... giusta. Se poi qualcuno vuole allungherà le mani lascialo fare e lasciati toccare come vuole….. il culo o la figa mettili ben vicini ai fori.”
Si spostò alle mie spalle e mi aprì le manette “Così sarai libera di usare le mani”.
Ascoltai tutto in silenzio ma col cuore che ormai non sentivo più. Dove ero capitata? Che razza di posto era quello? Come si poteva solo immaginare una stanza che servisse solo al sesso più strano e assurdo, dove si potrebbe essere prese da persone di tutte le condizioni, senza sapere chi siano e come sono. Di loro si conosce solo il membro, al limite la sua dimensione o il suo colore.
Ora capivo la mia attesa fuori la porta, ero stata messa in vetrina, per essere ammirata, perché qualcuno mi desiderasse e volesse prendermi senza essere visto. Ormai ero diventata solo un corpo con tre buchi da riempire. Mi appoggiai al muro e sperai di piangere, forse, chissà, un pianto mi avrebbe fatta star meglio.
Non finii nemmeno di formulare quel pensiero che da un buco all’altezza del bacino comparve un sesso duro e lungo.
Capii quale fosse il mio compito e mi inginocchiai davanti a quel membro che usciva dalla parete. Mi avvicinai sentendo subito quell’odore inconfondibile, quell’odore di sesso che una volta mi avrebbe fatto rivoltare lo stomaco, ma che ora per me diventava come un potente afrodisiaco.
Iniziai col leccargli la punta, poi il tronco tenendolo con una mano. Passando e ripassando con la lingua sul glande di tanto in tanto accoglievo la ...