Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (12)
Data: 15/01/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
... se hai accettato che venisse prostituita in un albergo ad ore e che, dopo averla offerta a pagamento come una prostituta a Gaston, con la sua sottomissione, abbia scelto che Gaston ne potesse fare la sua schiava. Quindi ora preparati ad assistere al seguito. La potrò finalmente educare a modo mio. Che vuoi che ti dica per tutta questa settimana non avrai la tua mogliettina, la lasceremo nelle mani di gente come Gaston o Jamaal perché venga fatta sprofondare in quell’abisso di perversione che sarà il suo mondo e sarà sempre più ubbidiente anche quando torneremo in Italia”
Che bel casino. Ed ora? “Senti, troviamo una soluzione, è questione di soldi?” gli chiesi
“Stai scherzando non c’è prezzo che tenga. Pensa tutte le volte che mi ha offeso, le volte che mi guardava dall’alto in basso come un povero pezzente. Ora la signora si dovrà adattare alle mie richieste ”
“non credo che si lascerà spingere chissà dove” dissi con tono sicuro.
“Credi, tua moglie non è poi la santarellina che voleva far sembrare è una viziosa le piace essere trattata come una cagna”
“cazzo dici, non può essere vero”
Sgradevolmente mi disse che non voleva perdere altro tempo “avresti dovuto vederla quando l’ho incontrata seminuda sulla porta di questo locale “
Balbettai, non ci potevo credere ma entrambi mi confermarono che Mia aveva già incontrato Cosimo ed era stata messa al corrente che da quel giorno sarebbe stata la sua schiava. Non pago mi mostrò una foto di lui con Mia seduta ...
... alla porta del locale con una tetta scoperta.
“Ma adesso non mi perderei per niente al mondo il battesimo di quella puttana di tua moglie a schiava”
Gaston sorrise e ci invitò a seguirlo. Passammo da un’altra porta avviandoci verso un seminterrato, una specie di cantina “troverai una bella sorpresa”
MIA
La persona che mi aveva rimesso al guinzaglio e esposta a tutti a gattoni senza dignità, mi fece alzare e e mi bendò nuovamente gli occhi.
Sentii strattonare il guinzaglio e fui costretta a seguire quella persona. Mi sembrò di attraversare un lungo corridoio perché camminavo praticamente in linea retta. Alla fine, quando forse arrivammo alla fine del corridoio, ci fermammo e avvertii l’aprire di una porta.
Fui ancora strattonata e condotta in un altro ambiente dove la mia guida mi fece prestare attenzione perché stavamo per scendere delle scale.
Per non perdere l’equilibrio mi appoggiai a un corrimano di metallo e iniziai a scendere dei gradini di legno.
Sentivo ancora quella frase nel mio cervello “siamo solo all’inizio”, mio malgrado non riuscivo a pensare ad altro che a quella maledetta frase che mi ripetevano di continuo e che non voleva uscire dalla mia mente. Ormai era il mio unico pensiero. Ma dove volevano che io arrivassi? Non bastava tutto quello che era successo? Dove portava quella scala? Perché mi avevano bendata? Continuavo a scendere e a ogni gradino sentivo il mio cuore che dava segni di insofferenza, l’adrenalina saliva e forse fu proprio ...