1. Su come da una spiacevole torsione del pene possa nascere qualcosa


    Data: 06/01/2020, Categorie: Etero Autore: vellutoblu86, Fonte: Annunci69

    ... derisione, ma peggio di tutto, di delusione. Raimondo non poteva reggere ciò: la sola idea di poter deludere qualcuno era sempre stato il suo terrore più grande.
    
    Strinse le dita sulla sua pelle bianchissima, e inizio a spingere il pene con una forza sempre maggiore. Un sorriso inebriato si dipinse sul volto di lei. Sembrava quasi un’estasi: era vicina all’orgasmo, Raimondo se lo sentiva. Ed ecco, anche lui iniziò a sentire quel tepore salire dai testicoli al pene, e poi raccogliersi sulla punta del glande. E proprio nel culmine del piacere, in quel climax ascendente che finalmente avrebbe coronato il suo profondo desiderio, l’avrebbe portato al centro della sua verità, quell’orgasmo che avrebbe sancito il suo legame con l’universo, ecco, Raimondo si rese conto che era una stronzata. Era una scopata come un’altra, con una donna come un’altra, solo con un colore di capelli diverso. Non c’era niente di speciale. Era banale. Era quasi noioso. Nient’altro.
    
    Raimondo sentì ai bordi degli occhi qualcosa. Stava per piangere? Ma subito, tutta quella tristezza divenne qualcos’altro, qualcosa di più cupo, di più violento, era rabbia. Allora, un secondo prima di venire, estrasse il pene e, tenendo ferma la donna per il collo, lo portò all’altezza del suo volto. Un fiotto di sperma le sfregiò il volto, andando a seppellire quelle efelidi che tanto aveva sognato. Un secondo schizzo si infranse sui capelli di rame, immondandoli, distruggendo la purezza in cui per tanto tempo aveva ...
    ... investito i suoi ideali, le sue speranze. “Ecco”, pensò, e nient’altro.
    
    Quando lei se ne andò, Raimondo era del tutto vuoto. Non riusciva più a guardarla negli occhi, vuoi per la vergogna di averla strangolata e di esserle venuto in viso, vuoi per il dolore provato prima. Lei invece sembrava molto soddisfatta della serata, tanto che gli chiese il numero, al che Raimondo, senza neppure pensarci, le diede il numero falso: quello con le ultime due cifre invertite, quello con cui chiudeva le sue avventure di una notte facendo in modo che restassero tali. E quella era stata solo l’ennesima scopata.
    
    E quindi adesso Raimondo e la ragazza dai lunghi capelli corvini spettinati si spostano in camera da letto: fermatasi a più riprese, dopo la pecorina, lei si è voltata, l’ha baciato in volto, e poi sorridente gli ha preso la mano e l’ha guidato verso il corridoio.
    
    Un brivido gli corre lungo la schiena, partendo dalle piante dei piedi che premono contro un vecchio marmo freddo, di quelli tipo casa della nonna. La casa della ragazza è immersa nella semioscurità, che ne nasconde i particolari, mobilio relativamente vecchio, deve vivere in affitto, pensa Raimondo. Il corpo femminile che lo precede ha un passo deciso, si muove a suo agio in un'atmosfera familiare che è sconosciuta a Raimondo.
    
    Superato un disimpegno attraverso il quale Raimondo intravede delle vecchie coperte, i due si ritrovano in camera da letto. La luce fredda di un lampione filtra nella stanza attraverso due ...
«12...567...10»